Il Disturbo d’Ansia Generalizzato è il disturbo d’ansia più comune. Secondo l’OMS, ne soffre il 5% della popolazione, in prevalenza donne. Soltanto un terzo tuttavia si rivolge a specialisti della salute mentale, poiché i sintomi fisici dell’ansia portano a considerare inizialmente il disturbo di natura medica (cardiologo, pneuomologo, gastroenterologo, etc.)
La caratteristica principale è la presenza di preoccupazione eccessiva, di difficile gestione, in almeno due ambiti di vita (ad esempio, lavoro, casa- famiglia, salute, etc.)
La preoccupazione (detta anche rimuginio) ha carattere cronico e si manifesta come una catena di pensieri negativi, dal contenuto catastrofico (‘E se fossi coinvolto in un incidente?’), che mira a risolvere potenziali problemi o minacce.
In altre parole, la persona che soffre di tale disturbo tende ad utilizzare la strategia della preoccupazione come mezzo per anticipare problemi futuri e sviluppare soluzioni per gestirli.
Questa modalità di pensiero non è di per sé problematica, fintanto che consente un buon livello di funzionamento generale e una gestione efficace di possibili situazioni (prepararsi per un esame universitario o un colloquio di lavoro).
E’ quando diventa la risposta elettiva per la risoluzione dei problemi di vita, raggiungendo alti livelli di frequenza, intensità e durata, che può creare uno stato di sofferenza pervasivo.
Spesso accade che alla preoccupazione specifica, si aggiunga un secondo tipo di preoccupazione circa la preoccupazione stessa; ovvero la persona comincia letteralmente a preoccuparsi del suo stesso stato di preoccupazione.
Comuni sono timori circa le eventuali conseguenze sulla stessa salute fisica e mentale, ‘se andrò avanti a preoccuparmi così, mi verrà un malore’, ‘avrò un esaurimento nervoso’, ‘non ho più il controllo sui miei pensieri’, ‘impazzirò’, etc (Wells, 2009).
Tutto ciò crea un circolo vizioso auto-alimentantisi, che si mantiene attivo anche per via della presenza di strategie di condotta volte a cercare una soluzione immediata di gestione della preoccupazione.
Nella maggior parte dei casi si ricorre a tentativi di soluzioni con un’efficacia nel breve termine, ad esempio cercare rassicurazioni (telefonando ad una persona cara o visitando un medico), tendenza al perfezionismo, evitare tutte quelle situazioni che generano ansia, rimandare, controllare o tentare di sopprimere in vario modo il pensiero che sottostà alla preoccupazione, ma che a lungo termine non fanno altro che mantenere e rinforzare le paure sottostanti.
La terapia cognitivo-comportamentale è particolarmente efficace per un’efficace risoluzione del disturbo.
Aiuta la persona a familiarizzare con il proprio stile di pensiero, a diventare consapevole e riconoscere quei pensieri controproducenti e a costruirne di nuovi, più flessibili e realistici. Non solo, il lavoro mira altresì all’aumento delle capacità di tolleranza dell’incertezza e allo sviluppo di nuove abilità per regolare le emozioni disturbanti, rinsaldando la fiducia in sé stessi e nelle proprie potenzialità.
Quali Sono i sintomi dell’ansia
I sintomi dell’ansia sono pensieri di forte preoccupazione invadenti e ossessivi e spesso continui, accompagnati spesso da difficoltà di concentrazione, confusione irrequietezza, frustrazione e disperazione più o meno grave.
Una persona che soffre di attacchi di ansia si può avvertire forte tensione e provare sensazioni fisiche come:
- tremore
- sudorazione accentuata
- battito cardiaco accelerato
- nausea
- difficoltà respiratorie
Se questi sintomi di ansia aumentano in maniera incontrollata può verificarsi quello che comunemente viene definito come un vero e proprio attacco di panico.
Inoltre i sintomi dell’ansia possono essere anche suddivisi in queste tre specifiche categorie relativi a tre differenti sfere:
- sintomi psicologici : nervosismo, alterazione della memoria e della concentrazione, rimuginio e preoccupazione, insicurezza e timore degli eventi esterni
- sintomi fisici : palpitazioni, tachicardia, iper-sudorazione, spasmi alla gola, dispnea, vertigini, bisogno frequente di urinare, sintomi gastroenterici, insonnia con difficoltà ad addormentarsi e risvegli frequenti;
- tensione motoria: tremori, irrequietezza, agitazione, facilità a sussultare, contratture muscolari, cefalea.
L’ansia può accompagnarsi anche a ai deguenti sintomi:
- Mal di testa
- Vertigini
- Insonnia
- Problemi digestivi
Il Manuale Diagnostico e Statistico (DSM-5 Il DSM è uno strumento di diagnosi descrittiva dei disturbi mentali. Il suo approccio è quello di applicare la relativa stabilità dell’analisi descrittiva dei sintomi di patologie mediche all’universo dei disturbi mentali.), indica le seguenti condizioni di salute psicologica come disturbi d’ansia:
- L’ansia da separazione
- Mutismo selettivo
- Panico
- Fobie specifiche
- Ansia sociale
- Agorafobia
- Farmaci / Ansia indotta da Sostanze
- Ansia generalizzata
Ma quali sono le cause dell’ansia
L’ansia come abbiamo più volte detto è un normale e naturale meccanismo di sopravvivenza che permette alle persone di evitare la sofferenza.
In alcune situazione però una persona sperimenta ripetuti ed alti livelli paura e preoccupazione associata ad ansia non riuscendo nel tentativo di alleviare o diminuire i sintomi.
I comportamenti ansiosi possono essere ereditati o appresi, oppure entrambe le cose, senza che una delle due cause abbia un primato sull’insorgere ti tale evento.
Crescere in un ambiente ansiogeni e ricchi di elementi stressanti può predisporre all’ansia.
L’ansia può anche svilupparsi come conseguenza di un trauma irrisolto che lascia una persona in uno stato fisiologico forte eccitazione. Come nei casi della Sindrome post traumatica da Stress
Terapia cognitiva per la cura dell’ansia (CBT)
La terapia cognitiva si focalizza sull’intolleranza dell’incertezza e mira a ridurre l’ansia e il rimuginio aiutando le persone che soffrono di questo disturbo a migliorare la capacità di tollerare, affrontare e accettare l’inevitabile incertezza della vita.
Le strategie e le tecniche utilizzate includono, per esempio:
- training di consapevolezza dei propri stati ansiosi,
- esposizioni in vivo e immaginative
- le ristrutturazioni cognitive delle credenze irrazionali
- gli esercizi di problem-solving.
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