Mindfulness è una parola inglese che vuol dire consapevolezza. Jon Kabat Zinn descrive l’esperienza della mindfulness come il “porre attenzione al momento presente, in modo intenzionale e non giudicante”.
Non è una tecnica di rilassamento né una sorta di trance in cui ci si distacca dalla realtà per raggiungere un facile benessere ma è una forma di meditazione di consapevolezza accessibile a tutti, grazie alla quale si impara a conoscere se stessi, aprendosi alla ricchezza del momento presente.
Tale pratica consente di diventare maggiormente coscienti dei propri meccanismi automatici di reazione allo stress nella quotidianità e delle proprie risorse, presenti ma spesso non riconosciute.
Questa maggiore conoscenza di sé apre la strada ad una modalità di risposta più consapevole agli eventi difficili, attraverso comportamenti scelti e non agiti per reazione, e consente di scoprire un modo diverso di rapportarsi alla sofferenza e alla fatica quotidiana, portando ad un aumento del benessere e ad un miglioramento considerevole della qualità di vita.
Il protocollo MBCT (Mindfulness Based Cognitive Therapy) è stato messo a punto da Segal, Williams e Teasdale (2012) presso la clinica per la depressione di Washington e unisce alla classica pratica di meditazione di consapevolezza alcuni strumenti tratti dalla terapia cognitivo-comportamentale per interrompere il circolo vizioso della depressione.
Si tratta dunque di un protocollo per ricadute depressive, rivolto in modo particolare a persone con la diagnosi di depressione maggiore in fase remissiva, preferibilmente con almeno tre episodi depressivi alle spalle.
Il fine ultimo del programma MBCT è quello di aiutare le persone a realizzare una trasformazione radicale nella loro relazione con i pensieri, con le emozioni e con le sensazioni fisiche che possono contribuire alle ricadute depressive.
È un training di gruppo della durata di otto settimane, durante il quale i partecipanti imparano a reagire a pensieri, emozioni e sensazioni corporee in modo non giudicante e compassionevole. Negli anni passati, diversi studi hanno dimostrato che l’MBCT riduce efficacemente le ricadute nei pazienti depressi in fase remissiva (Kuyken et al., 2016).
Inoltre la ricerca ha dimostrato che l’MBCT riduce significativamente i sintomi depressivi nei pazienti con una depressione maggiore in corso (Strauss et al. 2014) e studi recenti hanno testato la sua applicabilità anche a forme più complesse di depressione, come la depressione cronica e resistente al trattamento (Eisendrath et al., 2016; Cladder-Micus et al., 2018; Michalak et al., 2016).
È certo dunque che l’MBCT diminuisca i sintomi depressivi riducendo i processi cognitivi disfunzionali, in particolare la ruminazione depressiva (pensieri negativi ripetitivi, continui e ricorrenti sulle emozioni negative e sulle loro cause e implicazioni).
La ruminazione depressiva è un fenomeno altamente correlato con la qualità della vita e per questo la sua riduzione ha un grande valore terapeutico (Kuehner e Buerger 2005). Diverse ricerche hanno evidenziato come l’MBCT riduca significativamente la ruminazione nei pazienti con depressione cronica (Geschwind et al., 2012; van Aalderen et al., 2011; van Vugt et al., 2012).
Bibliografia
Dunque possiamo affermare che la comunità scientifica abbia raggiunto un notevole traguardo nell’aver ormai confermato l’efficacia della pratica della mindfulness nella gestione dei sintomi depressivi cronici, grazie anche al contributo della psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Cladder-Micus, M. B., Speckens, A. E., Vrijsen, J. N., Donders, T., Becker, A. R., E. S., & Spijker, J. (2018). Mindfulness-based cognitive therapy for patients with chronic, treatment-resistant depression: A pragmatic randomized controlled trial. Depression and anxiety, 35(10), 914–924.
Eisendrath, S. J., Delucchi, K., Bitner, R., Fenimore, P., Smit, M., & McLane, M. (2008). Mindfulness-based cognitive therapy for treatment-resistant depression: A pilot study. Psychotherapy and Psychosomatics, 77(5), 319–320.
Geschwind, P., van Os, H., & Wichers (2012). Efficacy of mindfulness-based cognitive therapy in relation to prior history of depression: Randomised controlled trial. The British Journal of Psychiatry, 201(4), 320–325.
Kuehner, C., & Buerger, C. (2005). Determinants of subjective quality of life in depressed patients: The role of self-esteem, response styles, and social support. Journal of Affective Disorders, 86(2), 205–213.
Kuyken, W., Warren, F. C., Taylor, R. S., Whalley, B., Crane, C., Bondolfi, G., et al. (2016). Efficacy of mindfulness-based cognitive therapy in prevention of depressive relapse: An individual patient data meta-analysis from randomized trials. JAMA Psychiatry.
Michalak, J., Probst, T., Heidenreich, T., Bissantz, N., & Schramm, E. (2016). Mindfulness-based cognitive therapy and a group version of the cognitive behavioral analysis system of psychotherapy for chronic depression: Follow-up data of a randomized controlled trial and the moderating role of childhood adversities. Psychotherapy and Psychosomatics, 85(6), 378–380.
Segal, Z. V., Williams, J. M. G., & Teasdale. (2012). Mindfulness-based cognitive therapy for depression. Guilford: Guilford Press.
Strauss, C., Cavanagh, K., Oliver, A., & Pettman, D. (2014). Mindfulness-based interventions for people diagnosed with a current episode of an anxiety or depressive disorder: A meta-analysis of randomised controlled trials. PLoS ONE. 9(4), e96110.
van Aalderen, J. R., Donders, A. R. T., Giommi, F., Spinhoven, P., Barendregt, H. P., & Speckens, A. E. M. (2011). The efficacy of mindfulness-based cognitive therapy in recurrent depressed patients with and without a current depressive episode: A randomized controlled trial. Psychological Medicine, 42(05), 989–1001.
Van Vugt, M. K., Hitchcock, P., Shahar, B., & Britton, W. (2012). The effects of mindfulness-based cognitive therapy on affective memory recall dynamics in depression: A mechanistic model of rumination. Frontiers in Human Neuroscience, 6, 257.
Articolo scritto dalla dott.ssa Annarita Scarola, Psicologa Psicoterapeuta
dott.ssa Annarita Scarola
inizia la sua attività terapeutica nell’ambito della disabilità grave e del fine vita, effettuando sostegno psicologico ai malati di SLA e accompagnamento alla morte. Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale.
dott.ssa Elena Cristina
inizia la sua attività clinica occupandosi di psicologia dell’invecchiamento sano e patologico, neuropsicologia e psicologia del malato oncologico (psico-oncologia). Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
dott.ssa Laura Grigis
inizia la sua attività come psicologa nell’ambito del sostegno e potenziamento delle abilità scolastiche, anche in situazioni di Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale