DI COSA SI TRATTA?
La terapia cognitivo-comportamentale è attualmente considerata uno dei più efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento di disturbi psicopatologici.
L’approccio postula una relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, evidenziando come i disturbi di carattere emotivo sono il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, attraverso meccanismi chiamati cicli interpersonali.
Questo implica che non sono gli eventi a creare e mantenere i disturbi psicologici, questi sono influenzati dalle costruzioni cognitive dell’individuo.
COME FUNZIONA?
La terapia cognitivo-comportamentale si propone di aiutare i pazienti a migliorare la propria qualità di vita riconoscendo i pensieri ricorrenti disfunzionali al fine, sostituendoli con convinzioni più funzionali.
PER QUALI PATOLOGIE È INDICATA?
Questo approccio, validato scientificamente, si avvale di protocolli applicabili a differenti condizioni psicopatologiche tra cui:
- Disturbi d’ansia: attacchi di panico, ansia generalizzata, fobie, ipocondria
- Disturbi dell’umore: depressione, disturbo bipolare
- Disturbi del comportamento alimentare: anoressia, bulimia, binge eating disorder
- Disturbo ossessivo compulsivo
- Disturbo post traumatico da stress
- Dipendenze patologiche
- Disturbi sessuali
- Insonnia e disturbi del sonno
- Disturbi della personalità
A seconda della gravità del disturbo, la terapia cognitivo comportamentale, può essere associata ad un trattamento farmacologico, prescritto dal medico psichiatra.
DA CHI VIENE EROGATA?
La terapia cognitivo-comportamentale viene condotta da professionisti della Salute Mentale ovvero psicoterapeuti e medici in possesso di specializzazione in psicoterapia cognitivo comportamentale.
Bibliografia
Semerari (2000). Storia e tecniche di psicoterapia cognitiva. Roma, Laterza
Sassaroli, Ruggiero (2013). Il colloquio in psicoterapia cognitiva. Raffaello Cortina Editore
Articolo scritto dalla dott.ssa Giulia Fusè psicologa e psicoterapeuta