È comune mentire?
Tutti diciamo bugie: si inizia all’età di 3 anni, vi è solitamente una fase di incremento con l’aumentare dell’età ma poi tendenzialmente le bugie si riducono con il sopraggiungere della fase adulta.
Le ricerche dimostrano che la maggior parte delle persone riporti dalle 0 alle 2 bugie al giorno mentre si può individuare un gruppo di individui, i cosiddetti bugiardi patologici o mentitori seriali, che si aggira intorno alle 10-20. Si può iniziare a parlare di comportamento patologico del dire bugie a partire dall’inizio della preadolescenza.
La menzogna ed il persistere in questo tipo di comportamento risulta essere intenzionale: vi è il desiderio di far credere agli altri qualcosa di inventato e quindi di distorcere la realtà per farla apparire, e quindi sembrare a propria volta, diversi da quello che (si) è.
Pertanto, ciò che distingue il bugiardo patologico da tutti coloro che mentono ogni tanto è:
- la mole di bugie che vengono riportate;
- un distacco dall’oggettività, a causa della manipolazione della realtà effettuata.
Quali sono le caratteristiche di coloro che esagerano con il numero di bugie?
Da un punto di vista psicologico, tendenzialmente emerge che i bugiardi patologici abbiano una predisposizione maggiore alla trasgressione, in quanto risultano in loro meno interiorizzate le regole sociali, ridotte competenze relazionali e sperimentino meno empatia.
Questo dato non stupisce in quanto vi è una ridotta capacità di mettersi nei panni dell’altro, di comprendere ed attenzionare quali effetti e potenziali danni possano sperimentare i destinatari delle bugie e hanno maggiori difficoltà, quindi, a coltivare relazioni significative basate sulla fiducia e sull’autenticità.
Le ricerche dimostrano che l’elevato numero di bugie sia dovuto anche al desiderio di ridurre le condizioni di stress ed ansia che vivono quando, ad esempio, sentono di doversi esporre in situazioni in cui non sperimentano un senso di efficacia o fiducia in loro stessi. Infatti, queste ultime si riducono notevolmente nel momento in cui viene riportata la prima menzogna, quindi essa si dimostra essere una strategia rapida ed utile per i bugiardi patologici per uscire da una condizione di stress che altrimenti non sarebbero in grado di gestire.
Tuttavia, risulta importante sottolineare come a volte il beneficio non sia poi a lungo termine: all’aumentare del numero di bugie aumenta progressivamente il distress sperimentato per l’accumulo delle menzogne stesse, quando si viene scoperti.
Questo perché non è pensabile per il bugiardo patologico ammettere di aver mentito e di mostrare il proprio vero sé; l’unica strategia che intravede è quella di creare nuove manipolazioni della realtà per poterne uscire.
In accordo con ciò, inoltre, considerando diversi tratti e caratteristiche di personalità, emerge che i bugiardi patologici tendano ad essere più instabili da un punto di vista emotivo, a sperimentare maggiore tristezza, angoscia ed episodi di malumore e ad essere maggiormente irritabili; mostrano minori livelli di altruismo, fiducia negli altri, comportamenti prosociali e accettazione delle critiche.
Si può trattare in terapia il funzionamento del bugiardo patologico?
Non esiste in psicologia e psichiatria una diagnosi vera e propria di questo profilo di personalità, anche se in clinica è possibile notare come questa tipologia disfunzionale di comportamento si ritrovi in alcuni disturbi specifici di personalità, come il disturbo antisociale oppure il disturbo narcisistico.
L’assenza di categorizzazione ha comportato una mancata elaborazione di protocolli o linee guida per la gestione di questa specifica problematica.
Tuttavia, la terapia cognitivo-comportamentale può essere funzionale per il trattamento di questa modalità disfunzionale e può intervenire su differenti fronti:
- Intervento cognitivo: l’attenzione attribuita ai pensieri permette di diventare consapevole dei meccanismi mentali e dei contenuti dei pensieri che occorrono prima della messa in atto del comportamento di menzogna, nonché delle aree e delle situazioni rispetto alle quali si sentono più vulnerabili e quindi maggiormente predisposti alla bugia. Questo permette anche di comprendere quali siano le funzioni di questo tipo di comportamento;
- Intervento comportamentale: si possono esplorare ed attenzionare nuovi comportamenti di onestà, facendo delle esposizioni e rinforzandoli; allo stesso tempo estinguere quelli errati, facendo delle valutazioni sugli effetti e le conseguenze di entrambe le tipologie di comportamento, sia sul singolo che sulle relazioni e i vari contesti di vita.
È possibile effettuare questa tipologia di intervento solo previo lavoro su due aspetti fondamentali:
- Autoconsapevolezza: qualsiasi terapia necessita, per essere efficace, della percezione e del riconoscimento di una problematica; il bugiardo patologico, nella maggior parte dei casi, non considera problematico il proprio comportamento. Questo comporta la necessità di sviluppare prima un senso critico rispetto ai propri meccanismi interni e comportamenti.
- Setting terapeutico: la relazione terapeutica si basa sulla reciproca onestà tra terapeuta e paziente pertanto è importante nella definizione del setting veicolare questo messaggio per una buona riuscita della terapia perché il mantenimento del comportamento del dire bugie non porterebbe ad un esito positivo del percorso.
BIBLIOGRAFIA
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Vazire, S. & Gosling, S. D. (2004). e-Perceptions: Personality impressions based on personal websites. Journal of Personality and Social Psychology, 87, 123-132.
Articolo scritto dalla dott.ssa Chiara Mariani psicologa presso la sede di legnano, per chi fosse interessato sfissare una prima visita presso uno dei nostri centri o a prenotare una seduta online può visitare la pagina dei contatti.