Che cosa è il rancore?
Il rancore è un sentimento complesso che include più emozioni, tra cui ad esempio la rabbia, la paura, l’odio, l’umiliazione, la vergogna. La rabbia, in particolare, risulta essere il nucleo emotivo primario del rancore, motivando infatti a difendersi dall’aggressione subita. È un sentimento duraturo che rimane nel tempo nella mente della persona, una sorta di continua ruminazione volta probabilmente a far ordine nel proprio vissuto per poterlo elaborare. Il rancore mantiene in vita il ricordo dell’offesa subita e infatti generalmente è un sentimento rivolto verso qualcuno che ci ha ferito o tradito, e segnala dunque che si è subita un’ingiustizia. Le offese subite possono riguardare ad esempio un tradimento, un abbandono, un maltrattamento, ma anche una mancanza di accudimento e cura durante l’infanzia.
Come superare il rancore: il primo passo
Provare rancore è umano e inevitabile ed è per questo che, perlomeno all’inizio, è giusto e serve dar sfogo a rabbia e risentimento. Riconoscere quindi la presenza del rancore e la propria sofferenza è dunque il primo passo, per non svalutare o minimizzare ciò che di doloroso è successo. Diverso invece è se iniziamo a coltivare il rancore, cioè a mantenerlo, perché questo finisce per dominare la nostra mente, ci mantiene legati all’aggressione o all’aggressore e non ci permette di scegliere come continuare a vivere la nostra vita. Con il rancore, il male subito rischia infatti di diventare l’unico modo in cui ci definiamo e non ci permette di andare avanti, in sostanza diventa un qualcosa a cui rimaniamo legati senza che questo sia più necessario e utile.
Come superare il rancore: il perdono
La via alternativa al rancore è il perdono che implica comprendere la persona che ci ha ferito cercando di mettersi nei suoi panni e riconoscere ciò che in lui/lei ha portato a compiere il gesto che ci ha fatto male e poi lasciare andare ciò che accaduto. Questo non significa dimenticare o cambiare il passato, ma scegliere di non lasciarci più condizionare concentrandoci sul presente e su quello che c’è in questo momento nella nostra vita. Dedicarsi a sé stessi e ad attività che ci piacciono e ci fanno stare bene, ci aiutano in questo passaggio perché creano benessere psicologico dandoci la forza di affrontare il rancore.
Studio sul rancore
Il tema del perdono è stato da sempre presente nelle religioni, in particolar modo nel cristianesimo e solo recentemente lo si sta affrontando da un punto di vista terapeutico grazie in particolare agli studi di Mancini e Barcaccia.
La ricerca ha infatti rilevato la presenza di un maggior benessere nelle persone che hanno concesso il perdono a chi ha arrecato loro un danno. Il rancore, al contrario, essendo caratterizzato dal continuo ripensare all’evento dannoso subito, mantiene in vita le emozioni negative, in particolar modo la rabbia, prolungando dunque lo stato di sofferenza. Questo meccanismo è ancora più nocivo se non accompagnato da un tentativo di sistemare la situazione.
Il perdono
Perdonare non è certo facile, ma forse ci può aiutare vedere il perdono come un dono di benessere che facciamo a noi stessi più che un segno di debolezza o un’accettazione passiva di ciò che ci è successo. Perdonare è anche un atto di libertà che ci svincola dal legame con la persona che ci ha offeso e che il rancore mantiene invece in vita. Col perdono lasciamo anche andare la pretesa di aver ragione, cioè la necessità di sottolineare ciò che è giusto e sbagliato per noi ma che purtroppo potrebbe non coincidere con la visione dell’altro.
Conclusione
In conclusione, provare rabbia e rancore quando si subisce un torto è umano e naturale e non bisogna negarlo o far finta di niente. Ma se ci accorgiamo che stiamo coltivando il rancore con continui pensieri, desideri di vendetta, accuse allora ci stiamo facendo del male. Il perdono, che non è un modo per dimenticare o ignorare un’offesa subita, ci permette di sganciarci emotivamente da chi ci ha fatto del male e di tornare ad investire sul presente e su ciò che è importante per noi.
Articolo scritto dalla dott.ssa Silvia Schiavolin Psicologa della sede di Saronno
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Referenze
Barcaccia B., Mancini F. (a cura di), Teoria e clinica del perdono. Raffaello Cortina Editore, Milano 2013.