L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri. Nei bambini, questa competenza è fondamentale per il loro sviluppo personale e sociale, in quanto avere una buona intelligenza emotiva permette loro di conoscersi e di incontrare in modo funzionale gli altri per costruire delle buone relazioni.

Perché è importante l’intelligenza emotiva nei bambini?

  1. Regolazione delle emozioni: i bambini con una buona intelligenza emotiva sono in grado di comprendere quale tipo di emozione stanno provando (ad esempio rabbia o paura) e a gestirle, organizzando un comportamento che si avvicina più all’azione che alla reazione a caldo; questo permette ai bambini di gestire meglio le situazioni difficili che si trovano ad affrontare;
  2. Benessere mentale: avere acquisito una buona intelligenza emotiva riduce il rischio di sviluppare disturbi tipici dell’età infantile e adolescenziale, quali ansia o disturbi del comportamento, proprio in virtù di una buona autoregolazione;
  3. Conoscenza di sé e degli altri: conoscere le proprie emozioni consente al bambino di imparare a comprendersi meglio e di conseguenza ad avere gli strumenti per comprendere gli altri. Questo getta le basi per lo sviluppo di una buona empatia, sensibilità ed è quindi presupposto dello sviluppo di buone abilità sociali e di amicizie;
  4. Migliore qualità della vita scolastica: l’intelligenza emotiva porta con sé capacità comunicative adeguate, abilità sociali equilibrate e spirito collaborativo, aspetti che favoriscono una buona integrazione all’interno del gruppo classe e buone relazioni con le insegnanti.

Che ruolo può avere il caregiver per poter favorire lo sviluppo dell’intelligenza emotiva nei bambini?

Il ruolo del caregiver è di fondamentale importanza affinché si possa sviluppare una buona intelligenza emotiva nel bambino.

Suggerimenti per favorire l’intelligenza emotiva nei bambini

Alcuni suggerimenti possono essere messi in pratica per favorire tale sviluppo:

  1. Ascoltare attivamente: quando i bambini mostrano una certa attivazione emotiva, può essere molto utile chiedere cosa sta succedendo e cosa sta provando. Questo aiuterà a verbalizzare maggiormente il proprio stato emotivo, facendo anche degli esempi per quello che riguarda la propria vita emotiva;
  2. Nominare le emozioni: in seguito all’ascolto attivo, può essere utile aiutare il bambino a dare un nome a quello che prova in modo che aiuti la consapevolezza di sé e la significazione dello stato emotivo. È possibile aiutarli e guidarli con frasi del tipo “mi sembra che oggi tu sia molto felice/arrabbiato” “quando descrivi questa situazione a me viene mente che..”;
  3. Utilizzare il gioco simbolico: inscenare situazioni verosimili utilizzando bambole e/o giocattoli e/o interpretazione di ruoli consente di stimolare la riflessione sugli aspetti della vita quotidiana in cui si possono sperimentare emozioni, per comprenderle e imparare a gestirle;
  4. Attivare il problem solving: ragionare insieme al bambino sulle modalità attraverso le quali è possibile risolvere un problema che sta sperimentando favorirà un maggior senso di autoconsapevolezza rispetto alle difficoltà e un buon senso di autoefficacia perché attivamente coinvolto insieme all’adulto nella ricerca di una soluzione;
  5. Essere un modello: mostrare l’utilizzo della propria intelligenza emotiva nella vita quotidiana consente al bambino di apprendere dal “guardare” e dal “fare”. Questo è valido soprattutto per quanto concerne il conflitto: avere una comunicazione adeguata, volta a spiegare come ci si sente quando si è arrabbiati e come si è vissuta la contrapposizione, è molto utile per la risoluzione positiva del conflitto e l’espressione del sé.
bambini e intelligenza emotiva

E con gli adolescenti? Come comportarsi?

È tipico della fase adolescenziale mettere alla prova i limiti ed i confini che sono stati imposti durante la fase di crescita, per definire la propria identità, sperimentarsi e capire cosa piace/in quali valori ci si ritrova.

Per favorire una buona intelligenza emotiva negli adolescenti, è fondamentale per il genitore lavorare sulla gestione della propria emotività, soprattutto quando messa alla prova dall’atteggiamento sfidante del figlio adolescente e mostrarsi come un “modello” dal quale poter apprendere. Questo non significa provare ad essere perfetti, ma mostrare come potersi comportare al meglio, anche nello sbaglio e nell’errore.

Strategie da applicare

Alcune strategie pratiche da poter applicare:

  • Mostrare sempre il proprio amore ed il proprio affetto, anche quando il comportamento dell’adolescente non rispetta regole e valori e non piace. Mostrare comprensione anche in assenza di condivisione è fondamentale per rimanere emotivamente coinvolti e connessi con i propri figli adolescenti e per non perdere la possibilità di comunicare;
  • Modulare la propria reazione emotiva e chiedersi da dove derivi l’emozione sperimentata. Questo perché a volte può essere connessa a questioni personali del passato, che un determinato comportamento del figlio riattiva e che è opportuno il genitore gestisca e rifletta in una sede differente, senza over reagire nei confronti del figlio;
  • Chiedere scusa quando si commette un errore con i propri figli perché questo insegna una modalità comunicativa e di comportamento corretto e oltretutto permette al figlio di sentirsi rispettato, considerato e riconosciuto;
  • Chiedersi quali siano i bisogni reciproci aiuta a comprendere come potersi venire incontro e come ridurre gli scontri. Inoltre, dà all’adolescente la sensazione di essere considerato e compreso. Può essere un esercizio utile scrivere una lista di 5 bisogni/richieste e poi scambiarsela, provando a riflettere insieme sulle modalità attraverso le quali soddisfarle.
psicologa a Legnano
Chiara Mariani Legnano

Articolo scritto dalla Dott.ssa Chiara Mariani Psicologa a Legnano.

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