Il primo a coniare il termine Role Playing fu Jacob Levi Moreno nel 1934, dopo aver sperimentato nel 1921 il “teatro della spontaneità”, per indicare un cambiamento di ruolo all’interno dello “psicodramma” cioè di una tecnica psicoterapeutica di gruppo che consiste nella rappresentazione scenica di esperienze personali e/o particolari conflitti.

Un’altra tecnica utilizzata è derivata dal Teatro dell’Oppresso, riadattato e semplificato nel “teatro forum” in cui si mette in scena una situazione che contiene elementi di oppressione/conflitto che necessitano di una mediazione per essere risolti.

Gli “spett-attori” sono chiamati a contribuire alla ricerca di soluzioni possibili, sostituendosi agli attori.

Si tratta di un teatro didattico e informale che si offre come strumento di liberazione personale e collettivo, che favorisce la creatività e stimola l’interazione positiva tra cognizione, emozione e divertimento.

Gioco di ruolo e interpretazione

Il gioco di ruolo è un gioco in cui i partecipanti assumono il ruolo di personaggi immaginari e interagiscono all’interno di un mondo non reale.

Ogni giocatore interpreta un personaggio con caratteristiche, abilità e obiettivi unici, agendo e prendendo decisioni in base alla personalità e agli scopi del proprio personaggio.

I giocatori si trovano spesso diretti da un GAME MASTER che coordina la storia e le sfide da affrontare.

Quest’ultimo coordina la seduta di gioco, crea l’ambientazione e prepara un canovaccio della storia.

Nel gioco di ruolo è di fatto possibile diventare qualcun altro e calarsi in una realtà alternativa e i giocatori, nel racconto della loro esperienza, evidenziano risoluzione di conflitti esistenziali, superamento di fobie sociali, riuscire ad esprimere le proprie emozioni anche quelle che nella vita reale “spaventano” e di cui si crede di non averne un controllo adeguato, ad esempio la rabbia.

Il gioco di ruolo crea una sorta di “palestra sicura” per provare nuove interazioni, per provare nuove sensazioni e oltre a permettere di sperimentarsi in ruoli differenti dà al soggetto la possibilità di cimentarsi in ruoli che nella vita reale non potrebbero essere ricoperti per ragioni legate alla persona o perché quel ruolo è già ricoperto da un’altra persona all’interno del gruppo.

Naturalmente ricoprire un certo ruolo porta a mettere in campo le skills e le competenze tipiche di quel ruolo, a ragionare secondo modalità concordanti con il ruolo stesso comportandosi di conseguenza.

Tutto ciò può portare anche a scoprire aspetti nuovi di sé che altrimenti sarebbero rimasti nascosti.

La conoscenza, anche di sé stessi, avviene attraverso l’esperienza concreta del “mettersi nei panni di”, dello sperimentare in forma di gioco le pressioni sociali sulla propria pelle, del prendere decisioni in un contesto che simuli la realtà quotidiana.

È l’esperienza il punto di partenza e in questi giochi si tratta spesso di un’esperienza carica di emozioni e a partire da queste emozioni, proseguendo nel gioco, l’esperienza viene rielaborata a partire da sé.

GLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL GIOCO DI RUOLO

I quattro elementi essenziali che definiscono un gioco sono: avere un obiettivo che genera il senso del gioco, le regole che liberano creatività e pensiero strategico, un sistema di feedback che produce motivazione e coinvolgimento e la partecipazione volontaria che garantisce senso di controllo e libertà di iniziare e terminare quando lo si desidera.

Step del gioco di ruolo

Il gioco di ruolo è caratterizzato da tutti questi aspetti, ma per essere efficace e coinvolgente deve seguire alcuni step:

  1. Identificare la situazione in cui si svolgerà
  2. Identificare gli obiettivi: cosa si vuole che i partecipanti imparino o raggiungano?
  3. Creare personaggi e ruoli equilibrati in modo da coinvolgere tutti i partecipanti
  4. Sviluppare una trama, correlata alla situazione e agli obiettivi, in quanto aiuta a mantenere il gioco di ruolo interessante
  5. Preparare il materiale necessario al suo svolgimento
  6. Spiegare le regole in modo chiaro e conciso
  7. Giocare e valutare i risultati per identificare eventuali aree di miglioramento

Il role playing è un’attività che richiede creatività, immaginazione e capacità di interazione.

Grazie alla sua natura collaborativa è spesso usato in diversi ambiti come metodo di apprendimento esperienziale in cui i partecipanti imparano attraverso la pratica e la riflessione sui propri comportamenti e sulle proprie azioni durante il gioco.

In questo modo le persone possono migliorare le loro competenze e acquisire una maggior sicurezza nelle gestioni di situazioni più o meno complesse che si possono ritrovare nella vita quotidiana.

L’obiettivo è fornire ai partecipanti un’esperienza pratica che li aiuti a sviluppare competenze come la comunicazione efficace, la gestione dello stress, la gestione delle emozioni, il problem solving, la leadership, il pensiero creativo e la capacità di adattamento.

Infatti, durante il gioco, i partecipanti devono adattarsi a situazioni in continuo mutamento e trovare soluzioni ai problemi in modo creativo e innovativo.

Gioco di ruolo e psicoterapia

IL ROLE PLAYING IN PSICOTERAPIA

Nell’attività clinica si stanno sperimentando da tempo i benefici nell’applicare strategie provenienti dal mondo del gioco di ruolo, in terapia.

Spesso si tende a utilizzare il gioco con bambini, o al massimo con adolescenti, non pensando, che in realtà, anche l’adulto ne può beneficiare.

La sperimentazione tramite il gioco di ruolo in psicoterapia offre diversi spunti per mettersi alla prova con leggerezza e in un ambiente controllato; ciò permette di osservare le proprie dinamiche problematiche all’opera e offre delle strategie di interpretazione alternativa della realtà.

Il role playing potrebbe rivelarsi utile nell’intervento sul circolo vizioso di fallimento-evitamento in quanto se il fallimento diventa un punto di partenza consapevole, invece di una meta indesiderata, si ha la possibilità di spezzare il circolo vizioso ampliando l’interpretazione del fallimento stesso e includendolo in una vita significativa.

Riuscire a ricoprire un ruolo porta il paziente a sperimentare un senso di autoefficacia che può aiutare la motivazione e l’autostima, stati probabilmente difficilmente o per nulla sperimentati nella vita quotidiana.

Quanto detto sinora porta a prendere in considerazione i possibili effetti positivi che il gioco può avere sulle strategie di problem solving, ossia un approccio al problema che porta ad una serie di operazioni cognitive, affettive e comportamentali per poter fronteggiare le richieste di vita reale.

Il gioco di ruolo coinvolge diverse componenti psicologiche, grazie a esso i partecipanti hanno la possibilità di mettersi nei panni di un altro personaggio e vivere le sue esperienze e così si favorisce lo sviluppo dell’empatia ossia la capacità di comprendere e condividere le emozioni e la prospettiva degli altri.

Inoltre, permettono ai giocatori di esplorare e sviluppare la propria identità in quanto interpretando personaggi con identità diverse, i partecipanti possono scoprire nuovi aspetti di sè.

Questa tipologia di giochi favorisce, come accennato, la possibilità di sviluppare capacità di problem solving, si affrontano situazioni complesse, bisogna prendere decisioni e affrontare le conseguenze delle proprie azioni.

È così possibile sviluppare il pensiero critico e l’abilità di problem solving.

Un’altra importante componente psicologica è la gestione delle emozioni, i soggetti coinvolti possono esprimere ed esplorare una varietà di emozioni in un contesto sicuro e controllato, così da imparare a riconoscere e gestire le loro emozioni nella vita reale.

Sono promosse collaborazione e socializzazione, spesso questi giochi richiedono cooperazione e interazione tra i partecipanti.

Ciò favorisce lo sviluppo di abilità sociali come la comunicazione, la negoziazione e la cooperazione, oltre a creare legami di amicizia e solidarietà.

Inoltre, l’immaginazione è un aspetto centrale: immaginare permette una prima forma di esperienza e ricopre un ruolo fondamentale nella salute fungendo da regolatore emozionale, poichè permette attraverso il pensiero di gestire le emozioni che agiscono sul corpo.

I giochi di ruolo hanno trovato riconoscimento nel campo della psicoterapia.

Essi offrono un modo unico ed efficace per consentire alle persone di esplorare ed esprimere pensieri, emozioni, esperienze all’interno di un ambiente sicuro.

I giochi di ruolo possono essere usati, nel processo terapeutico, per esplorare i processi e le dinamiche inconsce.

Interpretando personaggi e situazioni diverse, i soggetti possono approfondire le proprie motivazioni inconsce, desideri e conflitti, acquisendo una comprensione più profonda di sé stessi e delle proprie relazioni.

Un processo, questo, che può contribuire alla crescita personale, alla consapevolezza di sé e allo sviluppo di strategie di coping.

Va aggiunto come i giochi di ruolo offrano l’opportunità di vivere a tutti gli effetti esperienze e incarnare diverse personalità, emozioni e prospettive.

Questo aspetto esperienziale può essere particolarmente prezioso nel contesto della psicoterapia in quanto mira all’esplorazione delle esperienze soggettive e allo sviluppo delle capacità di autoriflessione.

CONCLUSIONI

Il gioco di ruolo è in grado di fornire uno spazio sicuro e strutturato in cui le persone possono interpretare ed esplorare e aspetto ancora più rilevante “scoprirsi”.

Agisce come potente strumento terapeutico per affrontare problemi personali, sviluppare la capacità di risolvere problemi acquisendo una conoscenza di sé e degli altri più profonda.

Scopo del gioco, secondo Moreno, è promuovere il cambiamento terapeutico e la crescita.

Giocare è di per sé un’attività estremamente piacevole e soddisfacente, nonché innata nell’uomo, come nelle altre specie animali, utile a relazionarsi al mondo circostante e a promuovere la scoperta, fondamentale per consolidare l’apprendimento e la conoscenza di sé e degli altri.

Per concludere, i giochi di ruolo, nella vita quotidiana come nella realtà terapeutica, determinano numerosi vantaggi e offrono molteplici opportunità di crescita ed affinamento di competenze, sia personali che relazionali, che dovrebbero aprire riflessioni sulla necessità di incentivarne l’utilizzo.

Psicologa Viviana Orizzi

Articolo scritto dalla Dott.ssa Viviana Orizzi della sede del Centro InTerapia di Saronno

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BIBLIOGRAFIA

  • Giovanni Balducci “La vita quotidiana come gioco di ruolo” ed. Mimesis/Eterotopie
  • Jacob Levi Moreno, Zerka Toeman Moreno “Manuale di psicodramma” ed. Astrolabio
  • Introduzione allo psicodramma e al gioco di ruolo” ed. Astrolabio
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