In questi anni abbiamo fatto i conti con una realtà che ci ha davvero messi alla prova: lockdown, distanziamento sociale, didattica a distanza; effetti che la pandemia ha riversato su ciascun individuo sconvolgendo le nostre vite e ancora di più quelle delle persone più fragili.
Su questo insolito scenario, l’introduzione del Bonus Psicologo, che garantisce assistenza ai cittadini con meno di 50.000 euro di reddito lordo su base annua, è apparso come un tempestivo e sostanziale intervento da parte dello Stato.
Tuttavia le richieste di adesione da parte dei cittadini, superano di gran lunga i fondi stanziati dal Governo: sono circa 100.000 le domande inoltrate all’INPS in meno di quattro giorni ma a beneficiare del Bonus saranno soltanto in 16.000. È dunque evidente, come tale contributo si sia rivelato insufficiente.
Emergono da questi dati due elementi su cui porre l’attenzione:
- Il Sistema Sanitario italiano mostra evidenti segni di debolezza, sottovalutando la questione della salute mentale e stanziando delle somme che garantiscono assistenza soltanto ad una minima parte dei cittadini bisognosi di ricorrere alle cure psicologiche;
- Occorre rispondere tempestivamente alle richieste di aiuto degli individui, che riconoscono nella psicoterapia un valido strumento per ritrovare il benessere personale, ma che spesso non accedono alle cure mentali perché impossibilitati economicamente.
Questo forte coinvolgimento della popolazione alla proposta del Governo, mostra il significativo cambiamento culturale nei confronti della terapia psicologica che ha permesso di sdoganare i più potenti stereotipi incarnati nella figura dello Psicologo.
Dagli studi emerge che gli italiani spendono circa 350 milioni di euro all’anno in farmaci cosiddetti ansiolitici e l’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riconosce nella depressione una delle patologie più diffuse al mondo. Intraprendere una terapia significa ritrovare il benessere, gestire autonomamente le proprie difficoltà emotive, sviluppare sicurezza in sé stessi e raggiungere autonomamente i propri obiettivi di vita.
La terapia si pone dunque come antidoto alla sofferenza, ed è per questo che l’assistenza psicologica necessita di un adeguamento che faccia fronte ai bisogni di ciascuno ed eroghi prestazioni a chi ne faccia richiesta. In Italia emerge ancora oggi che un’ampia fetta della popolazione non accede alle cure psicologiche perché economicamente svantaggiata. Le conseguenze sono spesse nefaste e denunciano una realtà che si vorrebbe fare promotrice di un pensiero di eguaglianza tra benessere fisico e mentale ma che incontra uno Stato che elargisce fondi per ottimizzare le prestazioni in ambito medico, tralasciando i settori e gli ambiti della Psicologia.
Il Direttore Generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che:
“Una buona salute mentale si traduce in una buona salute fisica. Investire nella salute mentale significa investire in una nuova vita e in un futuro migliore per tutti”.
(Quotidianosanità.it, 17/06/2022)
La pandemia ha aperto scenari davvero critici in campo di Sanità in Italia, evidenziando un numero esiguo di personale medico e un’insufficiente attenzione ai risvolti psicologici causati dal Covid -19. Il “Bonus Psicologo” è un piccolo passo in avanti compiuto dallo Stato, che apre la speranza a nuovi e migliori scenari che possano incentivare ad iniziare e/o a far proseguire una terapia psicologica strutturata.