Cos’è l’iper-controllo?
Con “iper-controllo” intendiamo generalmente perfezionismo, rigidità nelle relazioni, soppressione dell’espressività emotiva, tendenza all’isolamento e a non chiedere aiuto, sensazione di minaccia o disagio nei rapporti interpersonali, eccessiva disponibilità o, viceversa, tendenza alla chiusura e al rigore etc. Queste caratteristiche possono essere presenti insieme oppure combinarsi parzialmente, dando luogo a manifestazioni differenti.
È importante chiarire che nella nostra società e nella vita quotidiana, certe dosi di autocontrollo sono utili: esso riguarda infatti la capacità di inibire l’impulsività, di posticipare gratificazioni e soddisfazioni nel tempo, di perseguire obiettivi a lungo termine, l’abilità di adattarsi a situazioni avverse etc.
L’articolo che state leggendo si focalizza pertanto sulle implicazioni negative date da una forma di iper-controllo maladattivo, proponendo una modalità di trattamento in psicoterapia.
Implicazioni cliniche dell’iper-controllo
Un eccesso di controllo potrebbe sfociare nelle caratteristiche evidenziate in incipit, con la primaria implicazione di provare molta fatica nelle relazioni interpersonali quotidiane o nel gestire situazioni complesse per le quali occorre una maggiore flessibilità.
Persone ipercontrollate potrebbero arrivare a controllare la perfettibilità dell’autocontrollo stesso, ossia costantemente vigilare affinché il proprio autocontrollo sia quanto più adeguato possibile secondo la propria visione, instaurando dunque un circolo vizioso molto logorante.
Tipologie di comportamenti di persone iper-controllate
Alcune persone ipercontrollate potrebbero monitorare il proprio sguardo, la propria postura, la propria mimica; potrebbero trattenersi per timore del giudizio altrui, potrebbero ridurre la propria espressività emotiva e facciale; potrebbero avere disturbi del comportamento alimentare basati su un funzionamento rigido; potrebbero avere la necessità di eseguire compiti e azioni in modo preciso, pretendendo che anche le altre persone si comportino allo stesso modo.
Diversamente, alcune persone ipercontrollate potrebbero essere eccessivamente disponibili, sopprimere il proprio reale stato d’animo e apparire in maniera completamente differente agli occhi altrui, instaurando un contesto di aspettative da parte dell’altro relativamente alla propria presunta disponibilità; ancora, alcune persone ipercontrollate potrebbero essere sospettose verso gli altri, avere particolare sensibilità alla critica, esprimere emozioni non coerenti con il proprio reale vissuto.
Ciò comporta la mancata possibilità di cogliere l’utilizzo di strategie differenti per gestire la variabilità delle sfide che la vita ci presenta quotidianamente, acuendo ulteriormente il proprio malessere e la propria fatica.
La RO DBT
La Radically Open – Dialectical Behavior Therapy è una formulazione specifica della tradizionale DBT applicata proprio alle problematiche originate dall’ipercontrollo.
Terapia cognitivo-comportamentale per lavorare sull’iper-controllo
La DBT è un tipo di terapia cognitivo-comportamentale afferente alle più recenti ricerche in ambito psicoterapico. L’ideatrice della DBT, la prof.ssa Marsha Linehan, ha strutturato infatti un protocollo di terapia rigoroso e basato su ricerche scientifiche e applicazioni sul campo. Nella sua intenzione di lavorare sull’ipercontrollo, la RO DBT si caratterizza per avere aspetti in comune con la DBT tradizionale in associazione a protocolli invece differenti, specifici per la diversa tipologia di pazienti trattati con tale terapia.
Radical Openness
In particolare, la RO DBT si basa sul concetto di Radical Openness, ossia la capacità di attivarsi per sperimentare una nuova flessibilità nelle esperienze di vita, sfidando le proprie rigide strategie e perfezioniste percezioni, allo scopo di assumere una flessibile disponibilità e apertura a nuovi apprendimenti.
Radical Acceptance
La DBT tradizionale si focalizza invece sulla Radical Acceptance, ossia la più alta disponibilità ad accettare radicalmente la vita così per come essa è, trasformandone le sofferenze in dolore tollerabile. Com’è possibile notare, gli autori della RO DBT (Thomas R. Lynch et al.) prevedono un trattamento differente sin nella sua iniziale concettualizzazione.
Trattamento sulle necessità del paziente
Nella pratica, la RO DBT implica un assessment psicodiagnostico dal quale diparte un trattamento personalizzato sulle caratteristiche personologiche e sulle necessità del paziente.
Le ricerche supportano l’efficacia del trattamento, il quale è volto a garantire al paziente capacità di apertura, flessibilità, disponibilità a nuovi apprendimenti e a mettersi in gioco in maniera talora divertente e spontanea, insieme al terapeuta, per allenare nuove abilità.
Articolo scritto dalla dott.ssa Silvia Bosio Psicologa e Psicoterapeuta a Saronno
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