Cosa sono le emozioni? Come si originano? Servono a qualcosa? Come mai le proviamo?
Le emozioni sono dei processi. Un po’ come i pensieri.
Originano nel sistema nervoso, precisamente partono da una rete di strutture corticali e sottocorticali definite “sistema limbico”, sito nel nostro cervello.
Le emozioni servono al punto che il motivo prevalente per cui le proviamo è strettamente legato alla nostra sopravvivenza!
Quali sono le emozioni?
La paura
Se i nostri antenati non avessero avuto paura del fuoco, per esempio, forse la nostra specie si sarebbe estinta. Ancora oggi guardiamo a sinistra e a destra la strada quando attraverso sulle strisce pedonali. Sicuramente è la forza dell’abitudine che fa eseguire questo gesto, ma in primis è la paura che porta a farlo.
Chi non ha paura, non sente la spinta a guardare la strada. Se non avessimo paura quando vediamo nostro figlio/a che si sporge dal balcone, probabilmente non lo/la salveremmo in tempo. In ottica evoluzionistica, non tuteleremmo la nostra specie.
Le emozioni di preoccupazione e ansia
Se non provassimo preoccupazione per un esame, non ci prepareremmo a sufficienza: chi ha voglia di studiare, se non sente nemmeno un minimo di ansia? Non metteremmo impegno né coinvolgimento nelle nostre azioni.
L’emozione della gioia
Ancora, immaginiamo una vita senta gioia: come potremmo capire se nostro figlio/nostra figlia sta bene, se non provasse gioia? Come potremmo instaurare relazioni, senza gioia?
La tristezza
Come faremmo a capire se un lavoro non fa per noi, se non proviamo tristezza? La tristezza ha la preziosa funzione di generare un raccoglimento in noi stessi/e e di riflettere sul motivo per cui ci sentiamo tristi. Ne consegue che è proprio grazie alla tristezza che molte volte si verifica uno stimolo al cambiamento.
La rabbia
Esistono numerosissimi studi e ricerche sulle emozioni. Sappiamo che esistono delle emozioni dette “di base”, nel senso che veniamo addirittura al mondo con un “corredo emotivo”: nasciamo già con la capacità di provare gioia, rabbia, tristezza, paura, disgusto.
Come farebbe un neonato a manifestare la propria fame, se non piangesse? E il pianto non è solo legato alla tristezza, ma anche alla rabbia.
Come faremmo a esprimere un’ingiustizia e a comunicare i nostri valori, senza rabbia?
La rabbia serve infatti per questo: comunica un’ingiustizia o un torto subito, una frustrazione o una insoddisfazione, una mancanza di rispetto.
Psicologia ed emozioni
In psicologia le emozioni hanno un enorme valore. Spesso sono oggetto di approfondimento all’interno di un percorso di terapia: a volte capita infatti che siano troppo eccessive oppure ipergeneralizzate a vari contesti quotidiani – ad esempio, persone che sono molto tristi, lo sono per la maggior parte della giornata e lo sono trasversalmente a casa, sul lavoro, nella rete sociale.
Intelligenza emotiva
Una persona che è in grado di riconoscere le emozioni, discriminarle, etichettarle con il nome giusto è una persona con una valida intelligenza emotiva.
A cosa serve?
A tantissime cose: alleviare lo stress, comunicare in maniera efficace instaurando relazioni proficue, mettersi nei panni delle altre persone (empatia), disinnescare litigi e conflitti, comprendere meglio se stessi/e…
Infine, è bene conoscere un ulteriore specifica: non esistono emozioni giuste o sbagliate, né positive o negative, né bello o brutte.
Ogni emozione è valida e utile, come abbiamo visto.
Ciascuna permette di segnalare a noi o alle altre persone che qualcosa va oppure non va. Sicuramente si può parlare di emozioni spiacevoli e piacevoli, nel senso che alcune ci piacciono di più (gioia) e altre di meno (tristezza), ma tutte hanno un valore e una funzione volta alla nostra sopravvivenza.
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Centro Psicologia InTerapia
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BIBLIOGRAFIA:
Feldman R. S., Amoretti G. & Ciceri M. R. (2021), Psicologia generale, McGraw-Hill.
Goleman D. (2011), Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici, Rizzoli.
Ledoux J. (2014), Il cervello emotivo. Alle origini delle emozioni, Baldini & Castoldi.