La depressione maggiore è un disturbo dell’umore: generalmente l’umore è flessibile, cioè quando gli individui vivono eventi o situazioni piacevoli esso flette verso l’alto, mentre flette verso il basso in situazioni negative e spiacevoli.

Chi soffre di depressione non mostra questa flessibilità, ma il suo umore è costantemente flesso verso il basso, indipendentemente dalle situazioni esterne; queste persone provano infatti costantemente emozioni di tristezza, vuoto, disperazione.

La depressione è tra le psicopatologie più diffuse e invalidanti: il numero di persone che soffre di tale disturbo è in aumento, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto che nel giro di pochi anni la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, dopo le malattie cardiovascolari.

I sintomi della depressione sono i seguenti:

  • Umore deflesso  per la maggior parte del giorno;
  • Diminuzione dell’interesse e del piacere nello svolgimento di qualsiasi attività;
  • Significativa perdita o aumento di peso;
  • Significativa perdita o aumento dell’appetito;
  • Rallentamento o agitazione psicomotoria;
  • Senso di affaticamento e perdita delle energie;
  • Compromissione delle capacità cognitive, ovvero calo di attenzione, concentrazione e memoria;
  • Ricorrenti pensieri di morte, ideazioni suicidarie o tentativi di suicidio.

Si possono poi verificare anche dei sintomi secondari, soprattutto nei casi in cui la patologia si cronicizza, come stanchezza cronica, dolori diffusi, disturbi gastrointestinali, riduzione del desiderio sessuale.

Le cause che portano a sviluppare una diagnosi di depressione maggiore possono essere diverse:

  • Cause genetiche: ci può essere una familiarità genetica a tale psicopatologia. È infatti più probabile sviluppare una diagnosi depressione se per esempio uno dei genitori della persona ha avuto questa patologia;
  • Cause biologiche: tra queste menzioniamo una carenza di neurotrasmettitori a livello sinaptico (per esempio serotonina, noradrenalina o dopamina) o disfunzioni a livello di alcuni assi ormonali (per esempio gli assi ipotalamo-ipofisi-gonadi, ipotalamo-ipofisi-tiroide, ipotalamo-ipofisi-surrene);
  • Cause ambientali: determinate condizioni ambientali o il verificarsi di determinati eventi rendono più probabile il manifestarsi della depressione maggiore: tra questi citiamo il vivere in condizioni di svantaggio socio-economico o di isolamento sociale, un basso livello di scolarizzazione, l’essere cresciuti con una persona depressa, oppure l’aver subito un trauma, un abuso, un lutto, la separazione da una persona significativa, la perdita del lavoro, l’avere una malattia grave o cronica, il mobbing o il burnout sul posto di lavoro;
  • Cause psicologiche: predisposizioni individuali, tratti temperamentali o caratteriali che possono favorire un disturbo depressivo, come scarsa autostima e autoefficacia, tendenza all’autocritica, incapacità di soddisfare i propri bisogni, scarsa adattabilità ai cambiamenti di vita o mancanza di risorse e strategie per far fronte ad eventi di vita stressanti. Questo spiega perché diverse persone possono reagire in modo diverso di fronte allo stesso evento. Anche particolari transizioni di vita come il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, il pensionamento o la nascita di un figlio rendono le persone più vulnerabili e quindi più inclini a sviluppare sintomi depressivi.

 

DIFFUSIONE DELLA DEPRESSIONE

Da ricerche epidemiologiche risulta che il 15% delle persone ha un episodio depressivo almeno una volta nella vita, mentre dal 4% al 10% della popolazione adulta presenta un episodio di depressione all’anno della durata di almeno due settimane.

E’ stato dimostrato che più episodi si sono avuti più è probabile averne di nuovi, a meno che, ovviamente, non si ricorra a una terapia in grado di ridurre le ricadute.

La frequenza della depressione è maggiore nelle donne rispetto agli uomini (una donna su quattro e un uomo su otto) e il rischio è maggiore tra i 35 e i 45 anni, mentre diminuisce dopo i 60.

Come si cura la depressione maggiore?

Il modo più efficace per combattere la depressione è la combinazione tra un intervento farmacologico, spesso necessario soprattutto per agire sulle cause biologiche della depressione, e un intervento di psicoterapia, utile a sviluppare maggiore fiducia in se stessi e negli altri, a gestire gli stati emotivi dolorosi e ad apprendere strategie che permettano di analizzare in modo più oggettivo e realistico gli eventi difficili e di far fronte ad essi in modo più efficace.

È infine fondamentale richiedere tempestivamente un trattamento per evitare un irreversibile peggioramento dei sintomi, in quanto tendono  generalmente a cronicizzarsi.

Articolo scritto dalla dr.ssa Annarita Scarola, Psicologa e Psicoterapeuta

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dott.ssa Annarita Scarola

inizia la sua attività terapeutica nell’ambito della disabilità grave e del fine vita, effettuando sostegno psicologico ai malati di SLA e accompagnamento alla morte. Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale.

dott. Simone Sottocorno

 inizia la sua attività di Psicologo nel contesto della Tutela Minorile, in cui matura un’esperienza significativa con ragazzi adolescenti e le loro famiglie, sino a diventare Responsabile dei Servizi Educativi Domiciliari

 

dott.ssa Laura Grigis

inizia la sua attività come psicologa nell’ambito del sostegno e potenziamento delle abilità scolastiche, anche in situazioni di Disturbo Specifico dell’Apprendimento Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

dott.ssa Elena Cristina

inizia la sua attività clinica occupandosi di psicologia dell’invecchiamento sano e patologico, neuropsicologia e psicologia del malato oncologico (psico-oncologia). Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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