I disturbi dell’umore, e tra questi la depressione, sono disturbi psichiatrici importanti e frequenti con gravi ricadute sul funzionamento individuale. Esistono diverse forme di depressione con sintomi in continuità crescente da livelli subclinici a livelli clinici conclamati di diversa gravità. La forma più nota di depressione probabilmente delinea il quadro di un individuo che non riesce a svolgere con costanza e regolarità le attività, è sempre triste o sconfortato, non sorride, è disperato ed apatico.
Ma questa non è l’unica manifestazione della depressione: tra le varie forme atipiche di questo disturbo si include anche la cosiddetta “depressione mascherata”. Con tale termine si specifica quella forma depressiva che si manifesta quasi esclusivamente da un punto di vista somatico, ossia con la presenza di sintomi fisici che compromettono il funzionamento individuale. Le emozioni e il proprio vissuto non sembrano invece essere declinati in un senso depressivo.
Possiamo definire quindi la depressione mascherata come un disturbo appartenente al quadro clinico dei disturbi dell’umore caratterizzato principalmente da sintomi fisici persistenti e continuativi, in assenza di uno stato manifesto di sofferenza psichica. I pazienti lamentano malesseri e dolori pervasivi ed intensi tanto da rivolgersi al medico di base il quale, per comprenderne l’origine, prescrive spesso valutazioni diagnostiche più approfondite. Questi pazienti riportano un vissuto duraturo di sofferenza somatica di cui non si è mai chiarita l’eziologia e che li ha indotti a rivolgersi nel tempo a diversi medici specialisti e seguire molteplici trattamenti farmacologici senza mai raggiungere un sollievo, se non temporaneo.
I sintomi della depressione mascherata sono quindi di tipo essenzialmente fisico, ed in particolare il dolore che a volte si manifesta in modo aspecifico o non meglio definito (malesseri vaghi), altre volte invece coinvolge organi particolari. Alcuni esempi sono:
- palpitazioni, tachicardie ed aritmie, sudorazione
- vertigini, cefalea, stordimento ed ottundimento
- sintomi gastroenterici, con nausea, senso di sazietà, diarrea persistente, costipazione, stomaco ed intestino irritabili, disturbi del ciclo femminile
- pesantezza agli arti, alla schiena, con cervicale, dolori lombari e sacrali
- dolori muscolari e articolari, crampi
- perdita di energia e facile affaticabilità
- insonnia
- stanchezza persistente
- problematiche sessuali/genitali
- disturbi respiratori, ad esempio sensazione di costrizione e oppressione
- disturbi dentali, generati da bruxismo notturno e contrattura della muscolatura masticatoria
- dolori alle orecchie, con acufeni
COME DIAGNOSTICARE LA DEPRESSIONE MASCHERATA
Per poter diagnosticare la depressione mascherata è innanzitutto fondamentale escludere una serie di quadri clinici che solo apparentemente possono sembrare ad essa affini.
Ad esempio i disturbi somatoformi costituiscono un gruppo di disturbi caratterizzati da sintomi fisici senza una patologia medica o con intensità sproporzionata rispetto alla malattia riscontrata. Nell’ansia da malattia, altro esempio, il paziente è convinto di soffrire per una malattia fisica nonostante le rassicurazioni fornite dal medico o nonostante i risultati negativi agli esami medici. Il disturbo di conversione (precedentemente noto come “isteria”) si esprime con sintomi neurologici come difficoltà motorie, instabilità e paresi/paralisi senza l’effettiva compromissione della struttura neuromuscolare. Produrre volontariamente dei sintomi o simulare il dolore per assumere il ruolo di malato son quadri che appartengono alla categoria nosografica dei disturbi fittizi.
Il funzionamento di una persona affetta da questo particolare disturbo si basa sul desiderio di ricevere continue cure mediche, ma la simulazione di una malattia o di un sintomo senza che l’individuo ne soffra veramente può anche essere motivata da vantaggi secondari come l’assentarsi dal lavoro, lucrare su un risarcimento, sottrarsi ad un procedimento giudiziario, ottenere farmaci. Nella sindrome da dolore cronico, infine, la sintomatologia dolorosa è continuamente mostrata accanto alla inabilità fisica, alla sofferenza, alla ricerca della altrui attenzione. Queste sono solo alcune delle condizioni che è importante escludere per poter definire correttamente una corretta diagnosi di depressione mascherata.
INDICAZIONI PER IL TRATTAMENTO
A differenza delle forme tipiche di depressione, chi è affetto da una depressione mascherata quasi sempre si affida al medico, che diviene quindi fondamentale per escludere in prima battuta una natura fisica del malessere. Se gli approfondimenti diagnostici dei sintomi fisici riportati non conducono a riscontri fisiologici chiari e se i farmaci antinfiammatori e antidolorifici non si rivelano efficaci, sarebbe quindi opportuno per il medico valutare una diagnosi di tipo psichico ed inviare il paziente ad uno psicoterapeuta per una valutazione del disturbo. Dopo il primo passaggio, quindi, gli strumenti disponibili da implementare sono di tipo farmacologico e psicoterapeutico a seconda delle specificità del caso.
In generale, l’integrazione tra i due interventi consente di ottenere risultati migliori. Una diagnosi tempestiva seguita da un trattamento psicoterapeutico e farmacologico può contribuire a limitare la gravità della sintomatologia depressiva e ridurre il rischio di ricadute.
Gli obiettivi necessari di una psicoterapia Cognitivo Comportamentale sono:
- Imparare a registrare le proprie esperienze di vita in modo consapevole;
- Imparare a osservare le proprie emozioni;
- Comprendere i propri pensieri ed osservare i propri tipici “bias” di interpretazione;
- Osservare consapevolmente i propri comportamenti.
In particolare è opportuno valutare l’alessitimia e la presenza di uno stile cognitivo concreto e orientato verso il mondo esterno. Entrambi questi elementi, oltre alla limitata introspezione, al conformismo sociale ed alla tendenza a esprimere le emozioni attraverso il corporeo, possono rappresentare importanti fattori di mantenimento della depressione mascherata. Tra gli indicatori diagnostici per differenziare la depressione mascherata da altri disturbi troviamo: la familiarità con una storia di depressione o di disturbi somatoformi, la tendenza a manifestare una sintomatologia dolorosa nei periodi più faticosi, l’andamento ciclico del disturbo, la risposta positiva ai farmaci antidepressivi, l’assenza di una correlazione con uno specifico evento di tipo traumatico o con una patologia organica, vissuti di tipo depressivo connessi ai dolori fisici lamentati. È importante ricordare che in questo disturbo, in cui si fatica a riconoscere, identificare e legittimare i propri sentimenti e maneggiare il proprio vissuto interiore, il Corpo diventa di fatto il grande e unico comunicatore di un malessere psichico profondo che rimane indescrivibile se non attraverso il dolore fisico. La gravità del disturbo è quindi correlata a questo difficile spostamento sul corpo attraverso i sintomi del proprio mondo interno, l’unico spazio personale diventa la lamentela fisica, manifesta e legittimata.
Bibliografia essenziale
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- Kielholz, P. (1979). The concept of masked depression. Encephale; 5:459-62
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- Kroenke, K. (2003). Patients presenting with somatic complaints: epidemiology, psychiatric comorbidity and management. International Journal of Methods in Psychiatric Research; 12 (1): 34-43
- Pancheri, P. (2006). La depressione mascherata. Masson, Milano
- Zung, W. W.; King, R. E. (1983). Identification and treatment of masked depression in a general medical practice. The Journal of Clinical Psychiatry, 44(10), 365-368
Articolo scritto dalla dott.ssa Pamela Ciociola Psicologa presso la sede di Legnano
Sono interessata alla patologia