LE DIPENDENZE COMPORTAMENTALI
Le dipendenze comportamentali sono un fenomeno piuttosto recente. È con la quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) che infatti le “Dipendenze patologiche comportamentali” si sono aggiunte al gruppo delle diagnosi psichiatriche.
Gli ultimi sviluppi delle scienze neurologiche indicano una teoria neurobiologica unitaria per considerare in modo simile le dipendenze da sostanze e quelle comportamentali. Per questo nel DSM-5, ad esempio, viene proposta la classificazione del “Disturbo da dipendenza patologica da Internet” come diagnosi che condivide requisiti comuni al Disturbo da Dipendenza da Sostanze. Tra queste il ruolo della dipendenza patologica nel modulare il tono dell’umore, le manifestazioni di astinenza e tolleranza, la comparsa di recidive, la difficoltà a sospendere il proprio comportamento anche quando compromette il funzionamento individuale.
Mark Griffith (2005) definisce una dipendenza comportamentale sulla base di sei criteri: preminenza, quando il comportamento tende cioè ad occupare la maggiore rilevanza nella vita della persona a discapito delle altre aree; influenza sul tono dell’umore, quando si manifestano conseguenze emotive spiacevoli; tolleranza, quando il comportamento viene sempre più intensificato per raggiungere livelli di sufficiente intensità; sintomi da astinenza, quando cioè si manifestano stati d’animo o conseguenze fisiche spiacevoli correlati all’interruzione del comportamento; conflitto, quando sorgono la presenza di conflitti interpersonali causati dalla dipendenza o l’incompatibilità con altri compiti o attività personali; recidiva, quando sono presenti ricadute nel disturbo.
Le dipendenze comportamentali coinvolgono pulsioni “normali” (come sesso, cibo, amore, denaro…) che diventano però patologiche quando raggiungono un determinato grado di eccesso e di pericolosità per la persona. Il carattere distintivo della dipendenza comportamentale rimane l’incapacità dell’individuo di mitigare il comportamento nonostante le conseguenze negative nel suo funzionamento quotidiano.
I comportamenti e i processi legati alla dipendenza comportamentale sono finalizzati al piacere, rappresentano allo stesso tempo spesso una via di uscita dalla sofferenza emotiva o fisica e sono caratterizzati dalla incapacità a controllare il comportamento e le conseguenze negative che ne derivano per la vita dell’individuo. Riassumendo, possiamo considerare le dipendenze comportamentali come dei comportamenti compulsivi messi in atto alla ricerca di una “ricompensa”, nonostante il soggetto sia consapevole che tali azioni possano portare a conseguenze negative.
LA DIPENDENZA DA INTERNET
Internet è in continua espansione e diviene sempre più un ambiente senza confini.
Il mondo virtuale è un mondo senza limiti, nel quale comunichiamo, ci relazioniamo, è un mondo che affianca e a volte sostituisce quello reale. Internet può essere così appetibile, gratificante e perverso da portare l’individuo ad allontanarsi dalla vita reale carica di conflitti per rifugiarsi in un ambiente virtuale percepito come unico luogo sicuro. Si mettono così in atto una serie di comportamenti patologici con l’illusione di controllo e di potere. Questa è la base per una dipendenza da Internet.
La dipendenza da Internet è una dipendenza comportamentale costituita da azioni compulsive e disfunzionali inerenti l’utilizzo di computer, smartphone, tablet e ogni apparato strettamente collegato al vasto mondo di Internet.
Tra le dipendenze da Internet più comuni c’è sicuramente la dipendenza da sesso online. Comprende diversi comportamenti disfunzionali attuati in rete, come il reperire materiale pornografico, navigare nei siti pornografici, azioni che possono svolgersi con o senza atto masturbatorio. Sono dipendenti cyber- sessuali anche i soggetti che frequentano compulsivamente le chat erotiche. In questo caso parliamo di dipendenti da sesso online che, a differenza dei pornodipendenti, utilizzano Internet attivamente per avere delle relazioni virtuali a sfondo sessuale con un partner spesso occasionale.
Ci sono poi i dipendenti da gioco d’azzardo online, soggetti che utilizzano gli apparati elettronici per svolgere attività ludiche che prevedano una posta monetaria.
Il gaming, ovvero la dipendenza da videogioco online e/o offline, è un fenomeno sempre più esteso che riguarda, in modo particolare, i giovani e gli adolescenti. Esistono dei campanelli d’allarme per individuare la dipendenza da videogiochi: l’abuso nella quantità di tempo dedicata al videogioco; il totale assorbimento nel gioco con lunghi tempi di utilizzo senza pause; la quantità di tempo impiegata per il videogioco che cresce in modo esponenziale limitando altre attività come i compiti o lo sport; la sostituzione del videogioco a quasi qualsiasi tipo di relazione; l’aumento dell’irritabilità alla richiesta di interruzione del gioco.
Nel dettaglio, esistono cinque forme di dipendenza da Internet (Young, 2004):
Cybersexual Addiction
La dipendenza cyber-sessuale riguarda quei soggetti che usano in modo compulsivo Internet per navigare nei siti pornografici, per scaricare filmati a contenuto sessuale e per frequentare chat erotiche.
Net compulsions
Comprende i comportamenti compulsivi della rete virtuale, come lo shopping compulsivo online e il gioco d’azzardo patologico (gambling) online.
Cyber-relational Addiction
Riguarda quei soggetti che hanno delle relazioni all’interno della rete utilizzando chat e social network.
Gaming
La dipendenza da gioco offline e/o online, attraverso l’uso di personal computer, tablet e smartphone.
Information overload
Riguarda quei soggetti che in modo incontrollato ricercano materiale online e navigano continuamente e compulsivamente (web surfing)
Si usa invece il termine nomofobia per categorizzare quei soggetti che sperimentano emozioni negative, quali ansia, tristezza e rabbia quando non sono connessi con il proprio smartphone.
In altre parole, la nomofobia è una vera e propria sindrome da disconnessione.
E i social network ?
I social network permettono rapidamente di creare connessioni e relazioni all’interno di uno spazio virtuale. Quando la relazione all’interno degli SN diventa esclusiva e assume connotati di compulsione e incontrollabilità, quando quindi il soggetto lentamente si allontana dalle altre forme relazionali allora si parla di dipendenza da social network. Consideriamo poi che a volte le esperienze sociali relative al mondo esterno sono conflittuali, faticose e frustranti, vissuto che innesca vissuti di rabbia, inadeguatezza e vergogna alimentando ulteriormente le basi per lo sviluppo di un comportamento patologico legato a Internet.
TRATTAMENTO
Gli approcci psicoterapeutici utilizzati per il trattamento delle dipendenze da Internet sono simili a quelli usati per le altre dipendenze da sostanze e comporta mentali.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) viene ad oggi considerata come uno degli approcci più efficaci per il trattamento della dipendenza da Internet.
Nel modello cognitivo-comportamentale per le dipendenze da Internet si ipotizza che il ritiro sociale e alcuni disturbi dell’umore alla base siano la causa di comportamenti relativi all’utilizzo patologico di Internet. Questo vuol dire che vissuti di isolamento sociale e depressione possono predisporre l’individuo a mettere in atto comportamenti disfunzionali nell’utilizzo della rete generando ulteriori conseguenze negative.
Il protocollo TCC dei “12 passi” è particolarmente indicato per questa dipendenza, è infatti progettato e adattato per ogni singolo paziente con l’intento di modificare il comportamento disfunzionale connesso all’uso di Internet. Nel protocollo TCC vengono utilizzate alcune tecniche per consentire al paziente di gestire in modo funzionale il proprio tempo e per allontanarlo dalle abitudini virtuali. Di seguito alcune di queste:
La pratica dell’opposto
Consiste nel ricercare i comportamenti disfunzionali legati all’utilizzo della rete e praticare l l’opposto. Ad esempio, se abitualmente ci si collega dalla propria stanza, si dovrebbe tentare di spostarsi in un’altra stanza per attuare il collegamento. Se il soggetto usa internet soprattutto nel fine settimana e nei giorni festivi, si può provare ad usarlo nei giorni feriali. Se il soggetto si collega la sera, sarà consigliabile utilizzare Internet al mattino. Queste strategie sono necessarie per il decondizionamento del comportamento problematico del dipendente da Internet.
Le carte promemoria
Consiste in una tecnica concreta per limitare l’utilizzo di Internet.
Si chiederà al paziente di fare delle schede promemoria in cui dovrà indicare 5 vantaggi principali derivanti dalla limitazione dell’uso di internet e 5 svantaggi per l’uso eccessivo.
Stabilire delle regole
Consiste nell’utilizzare dei riferimenti, stabiliti con il terapeuta, per interrompere l’abitudine disfunzionale.
Se, ad esempio, il soggetto solitamente si corica alle 23:00 e rimane collegato a Internet fino a pochi minuti prima, si deciderà di interrompere il collegamento alle 22:00. In questo caso sarà necessario impostare una sveglia in quanto il soggetto dipendente da Internet è spesso immerso nelle sue attività virtuali, perdendo così il controllo del tempo.
BIBLIOGRAFIA
Bahl, R. R., & DeIuliis, D. (2015). Nomophobia. In Encyclopedia of Mobile. Phone Behavior (pp. 745-754). IGI Global.
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Griffiths, M. (2005). A ‘components’ model of addiction within a biopsychosocial framework. Journal of Substance use 10 (4), 191-197
Young, K. S. (1998). Internet addiction: The emergence of a new clinical disorder. Cyberpsychology & behavior, 1(3), 237-244.
Young, K. S. (2004). Internet addiction: A new clinical phenomenon and its consequences. American behavioral scientist, 48(4), 402-415.
Articolo scritto dalla dott.ssa Pamela Ciociola Psicologa presso il centro di Legnano