La Disgrafia fa parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), inseriti a loro volta nei Disturbi del Neurosviluppo.
Il termine Disgrafia è composto da due parole greche “Dys”, prefisso peggiorativo, e “graphia”, che significa scrittura: la traduzione diventa quindi letteralmente “cattiva scrittura”.
La disgrafia viene così riconosciuta come un disturbo specifico della scrittura nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici e si traduce in una grafia disordinata, difficilmente leggibile e poco chiara, con lettere e parole disallineate, di dimensioni differenti e a volte sovrapposte.
Si tratta di un disturbo non verbale, che si differenzia dalla disortografia: spesso questi due DSA vengono confusi erroneamente. La disgrafia coinvolge i processi di realizzazione grafica, legati a deficit di natura motoria, mentre la disortografia coinvolge la componente linguistica e si traduce nella presenza di numerosi errori di natura ortografica.
La disgrafia, cosi come anche gli altri DSA, non deriva dalla pigrizia o da scarsa intelligenza, si presenta, infatti, in soggetti con quoziente intellettivo nella norma e non è legato a patologie neurologiche e/o a deficit sensoriali.
I SINTOMI PRINCIPALI
La disgrafia causa una serie di sintomi e complicanze, che, per comodità di consultazione, si tendono a raggruppare in 6 categorie:
1: Difficoltà visuo-spaziali.
Tale categoria comprende:
- La difficoltà a riconoscere la forma dei caratteri alfanumerici simili e a decifrare la spaziatura fra le lettere.
- La difficoltà a organizzare e pianificare sulla pagina le parole da sinistra a destra.
- La tendenza a scrivere lettere in ogni direzione.
- La tendenza a non separare le varie parole. Quindi, sulla pagina, c’è di fatto una sequenza di lettere lunghissima.
- La difficoltà a rispettare le linee di scrittura presenti sulle pagine o a restare entro i margini.
- La difficoltà a riprodurre certe forme.
- Una lentezza evidente nel ricopiare un testo scritto.
2: Difficoltà legate alla motricità fine.
In tale categoria, rientrano:
- La difficoltà nel tenere in mano correttamente una matita o una penna, nell’usare in modo adeguato le posate (in particolare il coltello), nell’allacciarsi le scarpe, nello scrivere messaggi con il telefono e/o nel digitare i pulsanti della tastiera.
- La difficoltà nell’usare adeguatamente le forbici.
- L’incapacità di colorare una figura, senza uscire dai margini.
- La tendenza a tenere mano, polso e/o braccio in una posizione scomoda, durante la scrittura.
3: Problemi legati all’elaborazione del linguaggio.
Tale categoria comprende:
- La difficoltà a riportare per iscritto idee e pensieri.
- La difficoltà a capire le regole di un gioco.
- La difficoltà a seguire le istruzioni impartite.
- La tendenza a perdere il filo del pensiero.
4: Problemi di scrittura a mano.
Questa categoria include:
- La tendenza a mescolare le lettere maiuscole con quelle minuscole.
- L’eccessiva pressione sul foglio.
- La tendenza a mescolare il carattere corsivo con il carattere stampatello.
- La difficoltà nel leggere la propria scrittura.
- La preferenza per non scrivere, allo scopo di evitare imbarazzi.
- Presenza di scarabocchi e cancellature negli elaborati scritti.
- La tendenza a stancarsi facilmente durante la scrittura di un testo anche molto breve
5: Problemi di grammatica.
Tale categoria comprende:
- Difficoltà nell’usare correttamente la punteggiatura.
- La tendenza a inserire virgole anche dove non necessario.
- La difficoltà a usare il giusto tempo verbale.
- La tendenza a non usare la lettera maiuscola a inizio di frase e dopo un punto.
- La difficoltà a scrivere frasi di senso compiuto e la preferenza per la scrittura in formato di elenco.
6: Problemi legati all’organizzazione del linguaggio scritto.
Questa categoria include:
- La tendenza a descrivere fatti, avvenimenti o circostanze in maniera molto vaga.
- La tendenza a scrivere frasi confuse.
- La tendenza a esprimere meglio le proprie idee e i propri pensieri attraverso il linguaggio orale.
Le Cause della disgrafia
Le precise cause di disgrafia rimangono, per ora, ancora non conosciute. Cosi come per gli altri DSA si parla di origine neurobiologica, ovvero di differente funzionamento a livello di connessioni cerebrali in alcune aree deputate alla letto-scrittura.
Secondo gli studi più attendibili, giocherebbe un ruolo fondamentale un deficit della cosiddetta memoria di lavoro, deficit per colpa del quale un individuo sarebbe incapace di ricordare e fare propria la sequenza di movimenti necessari alla scrittura di lettere e numeri; gli esperti ritengono che i soggetti disgrafici manchino di quella capacità cerebrale che consente di memorizzare i movimenti per la scrittura, in maniera tale da riprodurli senza problemi, in automatico.
Recentemente, alcune ricerche hanno portato alla luce una possibile correlazione tra la disgrafia e un’alterazione genetica (mutazione) a carico del cromosoma 6. Questa scoperta presenta ancora diversi punti di domanda, che meritano un doveroso approfondimento.
I CAMPANELLI DI ALLARME
Già nel periodo precedente alla scrittura si possono evidenziare delle aree di disfunzionalità che emergono attraverso un’attenta osservazione psicomotoria, che possono quindi risultare campanelli di allarme in maniera antecedente alla diagnosi:
In età prescolare, i pazienti mostrano una certa riluttanza a scrivere e disegnare. Inoltre, rispetto ai coetanei, non amano per niente disegnare.
In età scolare, i bambini tendono a:
- scrivere in maniera illeggibile;
- mescolare il carattere corsivo con quello stampatello;
- non mantenersi sulle linee di scrittura dei quaderni;
- scrivere variando continuamente la grandezza delle lettere;
- leggere a voce alta durante la scrittura;
- avere una postura e impugnatura scorrette;
- avere troppa pressione o poca pressione sul foglio, o pressione non omogenea;
- presentare difficoltà nella gestione dello spazio: la scrittura fatica a seguire la riga o non rispetta i margini.
COME AVVIENE LA DIAGNOSI
La diagnosi del disturbo può essere effettuata soltanto attraverso un’accurata valutazione psicodiagnostica specialistica, che porta ad una diagnosi introno agli 8/9 anni di vita del paziente, generalmente, infatti, si attende alla fine del II anno di scuola primaria.
Nonostante la diagnosi si collochi verso gli 8/9 anni di vita in genere, un individuo affetto da disgrafia manifesta i primi segni della disabilità quando comincia la grafo-motricità e poi la scrittura, quindi verso l’età della scuola dell’infanzia o della scuola primaria. È necessario sottolineare l’importanza di una diagnosi precoce al fine di prevenire eccessive frustrazioni e disagio psicologico prolungato.
Gli psicologi specializzati in DSA possono effettuare diagnosi di disgrafia tramite test opportunamente selezionati e validati a livello scientifico e statistico per misurare le capacità motorie e la produzione della scrittura. Durante il test, il professionista può chiedere al bambino di scrivere frasi o di copiare un testo. Inoltre, saranno valutate anche la postura, come è impugnata la matita, la stanchezza, se ci sono dolori muscolari e la velocità di produzione di un testo.
IL COINVOLGIMENTO DELLA SFERA EMOTIVA NEL DISTURBO
La disgrafia, oltre ad avere evidenti ripercussioni nella scrittura e nell’area di programmazione motoria va a gravare non solo sull’apprendimento scolastico ma anche sulle abilità della vita quotidiana.
Ciò può portare con sé problematiche legate all’autostima, al senso di autoefficacia e alla socialità, portando quindi ripercussione nell’area emotiva e comportamentale della persona. Può infatti portare ad avere svariate conseguenze anche sulla sfera psico-emotiva:
- tendenza all’isolamento sociale,
- bassa autostima e senso d’inferiorità,
- attacchi d’ansia,
- frustrazione (perché, nonostante gli sforzi, non ottengono i risultati sperati)
- nei casi più gravi si possono presentare sintomi depressivi.
L’IMPATTO SULLA VITA
L’impatto della disgrafia sullo sviluppodi un bambino può essere notevole. Tale disturbo, infatti, può condizionare:
• La crescita accademica. Per effetto delle ridotte capacità di scrittura, i giovani con disgrafia sono particolarmente lenti nel lavoro scolastico: non riescono a rispettare i tempi di consegna dei compiti in classe, impiegano molto a eseguire i compiti per casa, non riescono a prendere appunti ecc.
• Le competenze e le abilità richieste nella quotidianità. Spesso, i bambini con disgrafia hanno problematiche motorie, che impediscono loro di compiere gesti quotidiani molto semplici come: abbottonarsi una giacca o una camicia, allacciarsi le scarpe, ecc.
• La sfera socio-emotiva. Come prima accennato, la disgrafia è causa di isolamento sociale, bassa autostima, senso d’inferiorità, frustrazione ecc.
Articolo a curda della dott.ssa Arianna Castelnovo psicologa e parte dell’equipe DSA nella sede di Interapia di Monza è possibile prenotare una diagnosi per i disturbi dell’apprendimento presso la sede di Monza