Disturbo Ossessivo Compulsivo
Come si manifesta il Disturbo Ossessivo Compulsivo
Nel Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) la persona ha il bisogno di pensare alcune cose continuamente (le ossessioni) e fare alcune cose (le compulsioni) per avere un sollievo temporaneo. Un tempo si pensava fosse un disturbo molto raro, studi recenti invece hanno dimostrato che il DOC è molto più comune di quanto si pensi, colpendo circa 2 persone su 100.
Il DOC porta ad una grande sofferenza e a gravi disagi sociali. I farmaci funzionano poco, nella metà dei casi i sintomi ritornano quando la terapia farmacologica si interrompe, mentre la terapia cognitivo comportamentale si è rivelata il trattamento con maggiore efficacia; tuttavia, molte persone che soffrono di DOC provano molta vergogna per i loro sintomi e non cercano aiuto per molti anni.
Il nostro cuore deve battere più velocemente (deve portare il sangue ai muscoli), il respiro si fa più rapido (bisogna accumulare ossigeno per i muscoli), i muscoli sono tesi (per prepararci a lottare o scappare), le mani sono fredde e sudate (a causa del sangue che va verso i gruppi muscolari maggiori), abbiamo nausea, “farfalle nello stomaco” e bocca asciutta (il sangue lasca il sistema digerente che in quel momento non serve), ci sentiamo storditi o con le vertigini (se non usiamo tutto questo ossigeno extra che abbiamo accumulato possiamo sentirci confusi).
Questa reazione è chiamata “risposta di attacco\fuga” (Fight or flight, per gli anglofoni) ed è indubbiamente indispensabile nelle situazioni di pericolo fisico come la macchina o il leone.
Diventa invece problematica davanti ai pericoli del mondo moderno, come la scadenza del mutuo, fare una presentazione sul lavoro, sostenere un esame all’università o gestire le difficoltà dei figli.
In questi casi, abbiamo la stessa identica attivazione fisica del pericolo fisico, ma non possiamo sfogarla con il corpo: non possiamo fuggire dalle rate del mutuo o attaccare la prof. all’università. In questo modo, da una parte, il meccanismo evolutivo non può scaricarsi come dovrebbe, dall’altra tutte queste modificazioni del nostro corpo, se non le conosciamo, possono spaventarci, facendo iniziare il circolo vizioso dell’ansia.
Definizione Disturbo Ossessivo Compulsivo
Nel DOC ci sono due problemi centrali: le ossessioni e le compulsioni. Per poter essere definite tale, i sintomi devono causare un disagio marcato, occupare molto tempo e interferire in modo significativo nella vita della persona.
Le persone che rispondo “Sì” alle seguenti domande è più probabile soffrano di DOC:
- “Hai avuto dei brutti pensieri in mente che non sei riuscito a scacciare, anche se ci hai provato?”
- “Devi toccare o contare le cose, oppure devi ripetere la stessa azione (come lavare) continuamente?”
Ossessioni
Le ossessioni sono pensieri, immagini o dubbi non desiderati e stressanti, che continuano a entrare nella mente della persona; l’individuo cerca di resistere o di ignorarli, ma questi non se ne vanno.
La persona è consapevole che i pensieri sono i propri, al contrario di altre condizioni come la schizofrenia dove c’è la credenza che i pensieri siano “inseriti” da qualcun altro.
Le ossessioni più comuni includono:
- Pensieri: una madre ha paura che ucciderà o farà del male al proprio figlio.
- Immagini: un insegnante si immagina fare qualcosa di violento o totalmente inappropriato alla classe.
- Impulsi: un prete si preoccupa che griderà bestemmie in chiesa.
- Dubbi: un uomo si preoccupa per ore di aver causato un incidente mentre era alla guida della sua macchina.
- Rimuginio: uno studente discute continuamente con sé stesso sul significato della vita, non riuscendo a prendere la più semplice decisione.
- Simmetria: una donna è preoccupata che tutto sia perfettamente bilanciato, perdendo ore ad allineare perfettamente i libri sugli scaffali.
Gestire le ossessioni
Non è il pensiero che è importante, ma cosa ci facciamo con esso. È controproducente controllare la preoccupazione, sopprimere i pensieri o cercare deliberatamente il pericolo. Le persone con DOC cercano strenuamente di controllare i pensieri spiacevoli spingendoli fuori dalla propria mente, ma resistere o evitare questi pensieri provoca proprio l’effetto opposto: crescono e l’ansia aumenta. Se chiedo a una persona di non pensare a un elefante rosa, questa penserà proprio a quell’immagine. La soppressione dei pensieri non funziona.
Essere troppo coinvolti dalle ossessioni dà loro un’importanza che non meritano. Invece di resistere ai pensieri, la persona deve imparare a gestire un compromesso: i pensieri devono stare nella mente e non fare loro troppa importanza. Bisogna trattarli come un cane che abbia. Se una persona reagisce mostrando paura e scappando, il cane la inseguirà e continuerà a disturbarla; se invece la persona reagisce con una moderata curiosità e resta ferma, il cane probabilmente non farà nulla. Al paziente viene insegnato a considerare i pensieri come fossero delle nuvole, che si stagliano nella volta della mente ma che sono destinate a spostarsi e scomparire dietro l’orizzonte.
Compulsioni
Le compulsioni sono comportamenti ripetuti che dovrebbero servire per “neutralizzare” le ossessioni; a volte non vi sono però legami evidenti tra il pensiero intrusivo e il comportamento, come ad esempio quando una persona si sente obbligata a non calpestare le linee della pavimentazione per evitare che accada qualcosa di male ai familiari.
Alcune delle compulsioni più comuni sono:
- Rituali mentali: dire una cerca parola, contare, pregare o pensare a “pensieri buoni”.
- Rituali concreti: lavarsi le mani moltissime volte per eliminare i germi, toccare gli angoli della scrivania o fare le cose in modo estremamente lento e premuroso.
- Controllo: del proprio corpo o se la casa è chiusa.
- Evitamento: di posti o situazioni collegate alle ossessioni.
- Riassicurazione: chiedere agli altri continuamente conferma che tutto sia a posto.
Come mai una persona porta avanti queste compulsioni? Perchè inizialmente funzionano, riducono l’ansia e la persona sta meglio; dopo poco, però questi comportamenti peggiorano l’ansia e diventano automatici.
Ossessioni
Le persone con DOC spesso pensano di essere cattive o di stare (o essere diventate) pazze. Indubbiamente pensieri intrusivi sono un’esperienza comune nella vita di tutti i giorni.
Ad esempio, è capitato a tutti di essere su un balcone in cima a un palazzo e pensare:”E se saltassi giù?”.
La differenza tra un pensiero passeggero e un’ossessione paralizzante dipende dal significato e dal contesto: pensare a una vacanza rilassante diventa preoccupante se succede durante il funerale di un proprio amico, mentre controllare la casa una volta in più prima di partire per le vacanze è utile.
I comportamenti compulsivi si sviluppano quando i piccoli rituali della vita – come le routine prima di andare a letto, bere caffè dalla propria tazza preferita, eccetera – si trasformano gradualemnte in abitudini senza significato che non possono essere controllate.
Dubbi “normali” e superstizioni sono parenti stretti del DOC. Lo psicologo britannico Salkovskis chiese in un corso di formazione sul DOC per terapeuti esperti di prendere un foglio e scrivere:”Oggi mia moglie morirà in un incidente stradale”.
Solamente un terzo dei professionisti scrisse effettivamente la frase, gli altri cambiarono le parole o semplicemente non lo fecero.
Questo esperimento ci dimostra che la superstizione e il pensiero magico sono molto comuni, persino terapeuti esperti preferiscono non “tentare la sorte”.
Per le persone con DOC è difficile parlare apertamente delle loro peggiori paure, perchè pensano che così facendo possa avverarsi l’evento temuto. Questo meccanismo è chiamato fusione pensiero-azione:”Se lo penso, lo farò accadere”.
La psicoterapia del Disturbo Ossessivo Compulsivo
La psicoterapia del DOC si divide in due aree: la terapia cognitiva, che insegna al paziente a gestire i pensieri ossessivi e la terapia comportamentale che aiuta la persona ad affrontare le proprie paure resistendo al bisogno di mettere in atto le compulsioni.
La terapia cognitiva ha i seguenti obiettivi:
- Modificare il modo in cui il paziente gestisce le ossessioni – non bisogna resistere o controllare i pensieri, ma accettarli per quello che sono, ossia “solamente” dei pensieri.
- Rinunciare al senso di responsabilità esagerato per quello che accade.
- Diventare realistici sui rischi e imparare a tollerare l’incertezza.
Rinunciare al senso di responsabilità esagerato
Le persone con DOC hanno un senso di responsabilità molto volte esasperato:”Se penso a una cosa brutta, è come se l’avessi fatta”, “Se avessi anche una minima influenza nel fare andare male le cose, devo fare qualcosa per prevenirlo”.
Una delle tecniche utilizzate per gestire questo senso di responsabilità esagerato è immaginarsi di essere in un tribunale; al paziente viene chiesto di trovare le prove della loro responsabilità per qualche evento negativo che è successo.
Usualmente, il paziente non riesce a trovare prove che lo accusino “oltre ogni ragionevole dubbio”.
Rischi, certezza e controllo
Chi soffre di DOC sovrastima la probabilità che qualcosa di negativo accada, di conseguenza, spesso cercano di controllare situazioni o eventi che non possono essere controllati. Ad esempio, una persona che ha paura di accoltellare qualcuno può portarla a tenere tutti i coltelli chiusi a chiave o chiedere ai suoi familiari di allontanarsi da casa quando prepara la cena.
Per aiutare i pazienti ad affrontare le proprie paure, ci sono diverse tecniche che si utilizzano in terapia. Attraverso gli esperimenti comportamentali, il paziente può mettere alla prova il suo “pensiero magico” (“Vediamo se veramente muoio pensandoci solamente”). Portando avanti questi tipo di esperimenti la persona esamina e testa le proprie credenze sui rischi e sulla sua responsabilità.
Terapia Disturbo Ossessivo Compulsivo
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è un disturbo d’ansia che provoca molto disagio nella persona che ne soffre.
Le ossessioni e le compulsioni possono essere molto invalidanti per la vita della persona: fanno perdere tantissimo tempo e molte volte portano con sé un forte carico di vergogna.
Il Centro InTerapia tratta il DOC con la psicoterapia cognitiva, il trattamento maggiormente efficace per questo disturbo.