Le separazioni possono diventare un momento di grande malessere che investe non solo i coniugi ma anche i loro figli. Quali disagi possono manifestarsi? Come intervenire?

Quando si parla di bambini e separazioni, il primo timore è che i figli possano avere delle cicatrici indelebili. In realtà, alcuni studi riportano come circa il 70% dei figli di separati non mostrano disagio a lungo termine, mentre il restante 30% si associa a situazioni di separazione in cui la conflittualità tra genitori è alta per diverso tempo. Sembra proprio che sia la conflittualità della coppia genitoriale, infatti, ad avere un forte impatto sui figli, che tenderanno a costruire una immagine delle relazioni sentimentali in cui non è possibile essere sereni.

L’assistere costantemente a litigi, dissapori, svalutazione e risentimenti, favorisce l’emergere di stati d’ansia, preoccupazione, irritabilità, tristezza. I segnali di sofferenza dei figli possono essere diversi: atteggiamenti regressivi quali enuresi notturna o diurna (farsi la pipì addosso), ricerca di attenzioni, vicinanza nel momento dell’addormentamento, presenza di incubi, problemi relazionali o comportamentali, difficoltà scolastiche. Ovviamente ogni bambino è diverso e le manifestazioni del disagio cambiano per età, risorse interne e grado di conflitto presente nella coppia genitoriale.

Come gestire la separazione con figli?

Il momento di maggior difficoltà sembra essere nei primi due anni dalla separazione, quando il bambino deve riordinare la propria vita. Per aiutarlo è fondamentale spiegare bene che cosa sta succedendo con parole chiare e semplici, senza metterlo necessariamente a conoscenza dei dettagli rispetto alle difficoltà genitoriali ma comunque non alimentando l’illusione di un ritorno come coppia. Quando si spiega la separazione è utile chiarire che ci saranno delle distanze solo tra i coniugi ma che si rimane genitori per sempre, avviene una separazione come marito e moglie e non come mamma e papà.

Questo aiuta il bambino a non colpevolizzarsi o sentirsi responsabile, come può accadere. Il bambino ha bisogno poi di uno spazio di ascolto, in cui poter esprimere i propri vissuti e in cui poter raccontare cosa vive quando passa del tempo con l’altro genitore, senza temere giudizi o critiche. È inoltre molto importante che per tutti sia chiaro come sono organizzati gli incontri tra genitori, così da non sperimentare incertezza o dubbio.

Quando chiedere l’aiuto di un professionista?

In un momento di sofferenza come quella di una separazione, si sperimentano spesso vissuti di colpa e inadeguatezza, momenti di dubbio e disagio personale. Un aiuto psicologico è importante per diversi aspetti: aiuta a dare significato a questa fase, migliora la comunicazione con il figlio, aiuta nella comunicazione con l’ex partner per mantenere una collaborazione genitoriale, riduce la conflittualità di coppia, stimola la ricerca di risorse per ripartire. L’intervento del professionista ovviamente può essere chiesto anche per un supporto al figlio qualora si percepisca una sua difficoltà ad affrontare il cambiamento imposto dalla separazione.

Fattori protettivi per il benessere dei figli

Comunicare una separazione ai propri figli può non essere semplice per i genitori e può essere una fonte di forte ansia. È possibile anche affrontare il tema della separazione pensando in modo preventivo a cosa può essere d’aiuto per il figlio, considerando una serie di fattori protettivi che possano tutelare il suo benessere psicologico.

  • Elaborare la scelta: i genitori devono essere sicuri e consapevoli della scelta di separazione, rassicurando i figli che, anche se non staranno più insieme, potranno sempre contare su di loro.
  • Sospendere le eventuali ostilità: anche se non sempre una separazione si basa sul conflitto, è importante mantenere un ambiente di sicurezza e di accoglienza per evitare triangolazioni o che il genitori cerchi nel figlio un “alleato” contro l’altro. Non portare il conflitto nella comunicazione genitore-figlio è fondamentale.
  • ‍Comunicare, sempre: è necessario che i genitori spieghino ai figli cosa sta succedendo usando un linguaggio chiaro e adeguato rispetto alla loro età e rispondendo ai dubbi e senza alimentare false speranze. Rassicurarli sul fatto che essi non hanno alcune responsabilità sulla separazione potrà evitare sensi di colpa e malessere.
  • Lasciare libertà di espressione: permettere ai figli di esprimere le proprie emozioni liberamente, come rabbia e paura. Fare attenzione poi a possibili comportamenti disfunzionali che possono sorgere come reazione al malessere in modo da intervenire tempestivamente.
  • Non sostituire il figlio al partner: è importante che il figlio non si senta di dover “colmare” le carenze affettive dei genitori, un figlio infatti non può essere un sostituto del proprio partner e i confini devono rimanere chiari.
  • Comunicare con i figli: i bambini appartenenti a famiglie divorziate non sono più a rischio di sviluppare problematiche di natura psicologica rispetto ai bambini i cui genitori stanno insieme, fatta eccezione per quelli che sono stati esposti a un ambiente familiare caratterizzato da alta conflittualità.  Separarsi in modo non conflittuale rappresenta un fattore estremamente protettivo per i figli. Bisogna quindi ricordare che anche quando la coppia coniugale non esiste più, si continua comunque ad essere genitori. Con la separazione si rompe un equilibrio, diventa fondamentale trovarne un altro adeguato.

Articolo scritto dalla dott.ssa Pamela Ciociola Psicologa Psicoterapeuta a Legnano

Bibliografia

  • BERGER M., GAVILLON I., I miei genitori si separano. Come aiutare i figli quando mamma e papà si separano, De Vecchi, Milano, 2007
  • KOCH C., STRECKER C., Mamma e papà si separano. Consigli psicologici per affrontare la separazione e spiegarla ai propri figli, Erikson, Trento, 2014
  • PELLAI A., TAMBORINI B., Vi lasciate o mi lasciate? Come spiegare a un figlio la separazione dei genitori, Erikson, Trento, 2009
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