La terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è un trattamento dagli effetti documentati attraverso evidenze scientifiche, che permette il trattamento di diverse psicopatologie dovute ad eventi traumatici o a esperienze più comuni, ma emotivamente stressanti (www.emdr.it).
L’EMDR si basa sul modello AIP (Adaptive Information Processing) e si focalizza sul ricordo di esperienze traumatiche che contribuisco a sviluppare e mantenere gli aspetti psicopatologici. Il processo centrale si basa sulla stimolazione alternata dei due emisferi, tipicamente con movimenti oculari, che favorisce la rielaborazione di ricordi tramatici non elaborati correttamente in passato e, proprio su questa mancata elaborazione, si basa la psicopatologia; permettendo la riattivazione del sistema e l’elaborazione di tali ricordi sarà quindi possibile ridurre la sintomatologia (Shapiro, 2019).
Esistono diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita, che vengono distinte in “T”, quando minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care, come disastri naturali, abusi, incidenti e “t”, quando si tratta di esperienze soggettivamente disturbanti caratterizzate da una percezione di pericolo fisico non particolarmente intesa, che includono eventi come un’umiliazione subita o interazioni brusche con le figure di attaccamento.
Le persone reagiscono a entrambe le tipologie di trauma, dal punto di vista emotivo, mostrando gli stessi sintomi, ma le risposte possono variare dal completo recupero e il ritorno ad una vita normale in breve tempo, fino a reazioni più gravi, che impediscono alla persona di continuare a vivere la propria vita come prima dell’evento traumatico .
Sebbene alcune vittime di PTSD causato da un solo evento possano essere trattate con l’EMDR concentrandosi semplicemente sul singolo ricordo traumatico, la maggior parte dei pazienti riporta esperienze traumatiche meno puntuali e spesso di tipo relazionale, che richiedono un trattamento di carattere più ampio; tale trattamento dovrebbe comprendere l’individuazione di diversi target, cioè precoci esperienze disturbanti vissute dal paziente dall’infanzia ad oggi, in modo che il terapeuta possa delineare, in modo chiaro, non solo il disturbo attuale, ma anche i suoi antecedenti (Shapiro, 2019).
Come si procede?
Il trattamento prevede l’identificazione del problema e della sintomatologia riferiti dal paziente, l’individuazione dell’evento precipitante e la ricerca di eventi del passato che si ricollegano al vissuto del presente.Gli eventi che diventeranno i target della stimolazione sono gli episodi riferiti dal paziente come disturbanti. Si stilerà un piano di lavoro concordando con il paziente gli obiettivi terapeutici e si procederà in ordine cronologico elaborando prima i ricordi precoci, che hanno gettato le basi per il disturbo attuale, e successivamente gli episodi più recenti.
Solitamente sarà possibile ritrovare cognizioni negative simili nei diversi episodi disturbanti riportati dal paziente, perché ognuno di noi, durante la sua storia di vita, sviluppa una certa sensibilità, che porta a cognizioni negative su se stessi come “Non valgo nulla”, “Sono in pericolo”, “Sono incapace”.
Durante la terapia verranno quindi elaborati gli episodi legati a tali percezioni, installando quella che viene definita cognizione positiva “Io ho valore”, “Sono al sicuro”, “Sono capace” partendo dal passato e spostandosi solo in seguito sugli eventi più recenti (Shapiro, 2019).
Dopo aver desensibilizzato gli eventi disturbanti del passato si passa agli stimoli attuali legati al sintomo e, infine, agli eventi futuri che il paziente potrebbe dover affrontare.
Bibliografia
- Shapiro, F. (2019). EMDR. Il manuale. Principi fondamentali, protocolli e procedure. Raffaello Cortina Editore
- www.emdr.it
Articolo scritto dalla dott.ssa Maria Gazzotti riceve nella sede di Saronno