L’emergenza COVID-19 sta provocando la crescita di segnalazioni di ansia e paura, disturbi del sonno e depressione anche gravi.
Lo spiega, in un editoriale che sarà pubblicato su World Psichiatry, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Ghebreyesus rileva che:
“i sistemi di salute mentale in tutti i paesi vanno rafforzati per far fronte all’impatto”. “Qualsiasi successo nell’affrontare ansia e angoscia delle persone renderà più facile per loro avere volontà e capacità di seguire le linee guida delle autorità sanitarie” per contenere il contagio.
Molte persone nel mondo – aggiunge – soffrono per la perdita di mezzi di sussistenza e opportunità, coloro che amano una persona affetta da COVID-19 si trovano ad affrontare preoccupazioni e separazione.
Alcune si rivolgono ad alcol, droghe o comportamenti potenzialmente rischiosi come il gioco d’azzardo.
La violenza domestica è aumentata. Infine, chi sperimenta la morte di un membro della famiglia a causa di COVID-19 potrebbe non avere l’opportunità di essere fisicamente presente negli ultimi momenti o di tenere funerali secondo la tradizione culturale, il che potrebbe interferire con il processo del lutto“.Esistono inoltre – sottolinea il direttore generale Oms – segnalazioni da paesi e nella letteratura scientifica che la malattia da COVID-19 è sempre più associata a manifestazioni mentali e neurologiche, nonché all’ansia, ai disturbi del sonno e alla depressione. In più, è probabile che COVID-19 aggravi preesistenti problematiche di salute mentale e neurologica e disturbi da uso di sostanze e limiti l’accesso per coloro che hanno bisogno di servizi.
In molti paesi, i servizi di salute mentale nella comunità hanno smesso di funzionare. Tuttavia, oltre il 20% degli adulti di età superiore ai 60 anni ha condizioni mentali o neurologiche sottostanti: essi rappresentano una elevata percentuale delle persone con grave malattia da COVID-19.