Gestire le emozioni sul lavoro e in contesti professionali è fondamentale per il proprio benessere psicologico. Tensioni, stress, conflitti sono aspetti che ogni persona si troverà a sperimentare nel proprio lavoro.

Saperli affrontare in modo funzionale, sarà utile sia per se stessi, ma anche per colleghi, clienti, datore di lavoro. Gestendo efficacemente le emozioni, la produttività aumenterà, il lavoro sarà percepito come piacevole e gratificante e conseguentemente il clima sarà più disteso, la collaborazione tra colleghi sarà più efficace e tutto il team avrà un giovamento.

Emozioni sul lavoro: cosa si intende per stress, distress ed eustress?

Hans Selye ha definito lo stress come una reazione dell’organismo, che include componenti fisiologiche e cognitive a degli stressor, ovvero stimoli che perturbano l’equilibrio provocando nell’organismo delle risposte di adattamento di fronte ad un cambiamento e quindi stress.

Gli stressor provenienti dall’esterno possono essere negativi, come la paura di perdere un lavoro, un infortunio ma anche positivi come un nuovo incarico lavorativo, la nascita di un figlio; possono riguardare aspetti concreti, per esempio il traffico stradale per recarsi al lavoro, un ambiente di lavoro inadeguato e aspetti emozionali-relazionali, per esempio difficoltà di relazione con i propri colleghi o superiori.

Essendo lo stress una risposta di adattamento funzionale al mantenimento dell’equilibrio dell’individuo, non sempre si costituisce come un fattore negativo.

Ma quando possiamo considerarlo un fattore negativo e quando positivo?

Si parla di Stress Positivo, Eustress, quando l’attivazione psicofisica rimane all’interno del livello di tolleranza dell’individuo, il quale riuscirà a fronteggiare in modo adattivo e funzionale gli stimoli esterni con esiti positivi;

si parla, invece, di Stress Negativo, Distress, quando l’attivazione psicofisica è o al di sopra del livello di tolleranza, suscitando intense sensazioni di ansia, irritabilità, non controllo, difficoltà di attenzione o al di sotto del livello di tolleranza a cui si accompagnano sensazioni di mancanza di energia, disinteresse, demotivazione, distraibilità, eccessivo timore di sbagliare, non riuscendo, in entrambi i casi, a far fronte agli stressor e generando uno stato di malessere e sofferenza con conseguenze negative sul benessere psicologico della persona.

Cos’è lo stress lavoro-correlato?

Lo stress lavoro-correlato si caratterizza per un insieme di reazioni fisiologiche, cognitive, emotive e comportamentali conseguenti alla percezione di aspetti avversi o stressor del contenuto, dell’organizzazione e dell’ambiente di lavoro. È una condizione di tensione, che se prolungata, può ridurre l’efficienza sul lavoro e avere  conseguenze significative a livello fisico, psicologico, sociale.

È importante sottolineare la dimensione soggettiva nella percezione dello stress; ogni individuo, in base alla sua struttura di personalità, alle esperienze di vita, al modo di interpretare situazioni problematiche, avverte e reagisce in modo diverso agli stressor; pertanto, una situazione può costituirsi come fonte di disagio e stress per una persona, mentre la stessa situazione, da un’altra persona, può non essere vissuta in termini stressanti.

Cause dello stress lavoro-correlato

La ricerca scientifica ha delineato possibili cause di stress sul lavoro, dividendole in due categorie in base al contesto e al contenuto lavorativo.

Cause di stress legate al contesto lavorativo:

  1. Funzione e cultura organizzativa: scarsa comunicazione, livelli bassi di appoggio per la risoluzione dei problemi e lo sviluppo personale, mancanza di definizione degli obiettivi organizzativi.
  2. Ruolo nell’ambito dell’organizzazione: poca chiarezza del proprio ruolo lavorativo; assunzioni di diversi ruoli fra loro divergenti.
  3.  Evoluzione della carriera: insicurezza dell’impiego, retribuzione bassa, criteri per il progresso di carriera poco chiari e non trasparenti; poca valorizzazione e gratificazione della persona.
  4. Autonomia decisionale/controllo: possibilità ridotta di partecipare al processo decisionale che incide sul proprio lavoro.
  5.  Relazioni interpersonali sul lavoro: rapporti conflittuali con i colleghi e con i superiori; mancanza di supporto sociale: superiori o colleghi non disponibili a collaborare, isolamento fisico o sociale.
  6.  Interfaccia famiglia/lavoro: richieste contrastanti tra impegni lavorativi e familiari, mancanza di supporto.

Cause di stress legate al contenuto lavorativo:

  1. Ambiente e attrezzature di lavoro: ambiente di lavoro poco sicuro; problemi relativi all’affidabilità, la disponibilità, l’idoneità, la manutenzione, la riparazione di strutture e attrezzature di lavoro.
  2. Progettazione dei compiti: poca chiarezza e contraddittorietà nella pianificazione dei compiti, costanti interruzioni, sottoutilizzo delle capacità, mancanza di feedback sul rendimento, scarse possibilità di apprendimento, risorse insufficienti per svolgere i compiti assegnati.
  3. Carico e ritmo lavorativo: carico di lavoro eccessivamente alto o basso; carico di lavoro quantitativamente alto e qualitativamente basso, ritmo di lavoro elevato e mancanza di controllo sulle modalità di regolazione, livelli elevati di pressione in relazione al tempo.
  4. Orario di lavoro: orari imprevedibili, frequenti lavori straordinari, pause di lavoro non definite.

Emozioni sul lavoro: conseguenze dello stress lavoro-correlato

Lo stress, quando si connota come distress, ha un impatto su tutte le funzioni della persona interferendo con il benessere, con effetti a breve o lungo termine.

In particolare, si verifica un’alterazione del:

  • Canale cognitivo: disattenzione, difficoltà di concentrazione, disturbi della memoria, scarsa capacità di apprendere cose nuove, blocco decisionale, rigidità nell’affrontare i problemi;
  • Canale emotivo: presenza di emozioni spiacevoli quali ansia, irritabilità, depressione, sensi di colpa, demotivazione, senso di frustrazione, risentimento, senso di fallimento, appiattimento emotivo, tristezza.
  • Canale comportamentale: diminuzione della produttività, assenze dal lavoro, cambiamenti nello stile di vita: assunzione di alcool, sostanze psicotrope, tabacco, caffè; comportamenti impulsivi, tendenza ad incidenti lavorativi ed extralavorativi, iperalimentazione o ipoalimentazione, conflittualità interpersonale.
  • Canale fisiologico: presenza di disturbi gastrointestinali, cardiaci, dermatologici, respiratori, dell’alimentazione.

Come gestire in maniera efficace lo stress correlato al lavoro?

Lo stress lavoro-correlato è una condizione che coinvolge sia fattori organizzativi/ambientali sia fattori personali, soggettivi del singolo individuo. Quando lo stress deriva da fattori organizzativi/sociali saranno necessari interventi collettivi, che coinvolgano le diverse persone implicate nell’attività lavorativa e organizzativa.

A livello individuale quali sono alcune strategie funzionali per gestire lo stress e promuovere il benessere psico-fisico?

  • Il primo passo è prendere consapevolezza e riconoscere i segnali precoci di distress, focalizzandosi sui reali fattori di stress lavorativi, cogliendo quali siano gli aspetti del proprio lavoro che creano emozioni spiacevoli, tensione o disagio.
  • Essere consapevoli che nascondere, reprimere, negare le emozioni spiacevoli non è una carta vincente.
  • Imparare ad esprimere le emozioni in modo costruttivo: riconoscere quando si è di fronte ad una situazione che crea tensione, rabbia, agitazione, fermarsi, far sì che l’intensità emotiva si riduca prima di comunicare con gli altri. Ciò permette di facilitare la comunicazione, evitando di entrare in conflitto.
  • Ricercare il supporto sociale: condividere emozioni di difficile gestione con persone significative, facendosi sostenere emotivamente è una risorsa preziosa; costruire una rete scoiale di supporto per affrontare le sfide professionali in modo più adeguato.
  • Avere cura di sé: dedicarsi ad una attività fisica regolarmente, curare la propria alimentazione, limitare l’utilizzo di sostanze nocive come tabacco, caffè, alcool; prendersi delle giuste pause o momenti di svago dalla solita routine.
  • Imparare a rilassarsi con tecniche di rilassamento come il rilassamento muscolare progressivo o la respirazione diaframmatica; quando il corpo è sotto stress la respirazione tende ad essere di tipo toracico, rapida e superficiale stimolando il sistema nervoso simpatico che si attiva quando siamo in ansia; la respirazione lenta, diaframmatica, attiva il sistema nervoso parasimpatico che determina una risposta di rilassamento.
  • Imparare a pianificare le attività prevedendone la gratificazione derivante: lo stress può essere frutto dell’incapacità di ottenere risultati positivi, della mancanza di ricompense, di un aumento di esperienze spiacevoli, della mancata contingenza tra comportamento e conseguenze desiderate. A Tal proposito è utile: pianificare le attività, identificare dei comportamenti alternativi che generino conseguenze più gratificanti, prevedere e considerare il livello di gratificazione, aumentare la percezione di controllabilità e padronanza degli esiti.
  • Gestire il tempo: stabilire le corrette priorità, assegnare la giusta quantità di tempo ad ogni attività, lasciando spazio e tempo anche ad attività rilassanti e gratificanti.
  • Mettere in conto la possibilità che di fronte a momenti di particolare difficoltà può essere necessario rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta, per esplorare e comprendere le sfide legate allo stress lavoro-correlato, migliorando la gestione di emozioni e pressioni lavorative.

Articolo scritto dalla dott.ssa Ilaria Campostori Psicologa e Psicoterapeuta a Legnano

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