Si parla di disturbo dell’adattamento quando una persona fa fatica ad affrontare un evento di vita stressante o traumatico, come per esempio un lutto, la fine di una relazione importante o la perdita del lavoro.
L’incapacità di adattarsi all’evento stressante può riguardare sia adulti che bambini e può causare uno o più sintomi psicologici gravi e talvolta anche sintomi fisici.
I sintomi mentali e fisici associati al disturbo dell’adattamento di solito si verificano durante l’evento stressante o nel periodo immediatamente successivo. Sebbene il disturbo non duri più di sei mesi, i sintomi possono protrarsi se la causa di stress non viene rimossa.
I sintomi psicologici tipici del disturbo dell’adattamento sono generalmente i seguenti:
- azioni ribelli o impulsive o difficoltà nel controllare la rabbia
- ansia o angoscia
- sentimenti di tristezza, disperazione o sensazione di essere intrappolati
- facilità al pianto
- atteggiamento ritirato
- calo delle facoltà cognitive (memoria, attenzione, concentrazione)
- perdita di autostima e pensieri di fallimento
- pensieri suicidari
I sintomi fisici invece possono includere:
- insonnia
- spasmi muscolari o tremori
- sensazione di affaticamento o stanchezza cronica
- dolore o indolenzimento del corpo
- disturbi gastrointestinali
Per poter diagnosticare un disturbo dell’adattamento, è necessario che il paziente soddisfi i seguenti criteri:
- i sintomi devono comparire entro tre mesi dal momento in cui si è verificato l’evento stressante;
- la persona deve sperimentare un livello di stress significativamente maggiore rispetto alla reazione da stress fisiologica che tipicamente compare in seguito all’esposizione ad un evento difficile;
- la riduzione dei sintomi deve avvenire entro sei mesi dalla rimozione del fattore di stress;
- i sintomi dipendono proprio dall’esposizione all’evento stressante e non sono il risultato di un’altra diagnosi.
Descrizione dei disturbi dell’adattamento esistenti
Sebbene si tenda a parlare di disturbo dell’adattamento in generale, esistono sei tipi di disturbo dell’adattamento, ciascuno con sintomi e segni distinti:
- Disturbo dell’adattamento con umore depresso: le persone con questo tipo di disturbo dell’adattamento tendono a provare sentimenti di vuoto, tristezza e disperazione, accompagnati da facilità al pianto, apatia, anedonia e mancanza di interesse anche per le attività che il soggetto trovava solitamente piacevoli;
- Disturbo dell’adattamento con ansia: I sintomi associati al disturbo dell’adattamento con ansia includono sentimenti di sopraffazione e preoccupazione. Le persone con questo disturbo tendono a sentirsi costantemente attivate e in stato di vigilanza e possono anche avere problemi di concentrazione e memoria.
Per i bambini, questa diagnosi è solitamente associata all’ansia da separazione dai genitori o da persone care;
- Disturbo dell’adattamento con ansia mista e umore depresso: le persone con questo tipo di disturbo dell’adattamento sperimentano sia depressione che ansia, con le caratteristiche tipiche delle due varianti precedentemente descritte;
- Disturbo dell’adattamento con disturbo della condotta: I sintomi di questo tipo di disturbo dell’adattamento riguardano principalmente problemi comportamentali legati all’impulsività o all’incapacità di prevedere le conseguenze di azioni pericolose, come per esempio guidare in modo spericolato, diventare molto litigiosi, fare un uso eccessivo di alcol o sostanze, avere comportamenti sessuali promiscui. Gli adolescenti con questo disturbo possono anche rubare, vandalizzare una proprietà o avere importanti difficoltà nel percorso scolastico, fino ad abbandonarlo;
- Disturbo dell’adattamento con disturbo misto delle emozioni e della condotta: i sintomi legati a questo tipo di disturbo dell’adattamento includono depressione, ansia e problemi comportamentali, includendo le caratteristiche delle varianti precedentemente descritte;
- Disturbo dell’adattamento non specificato: le persone con diagnosi di disturbo dell’adattamento non specificato hanno sintomi che non sono associati a nessuna delle tipologie di disturbo dell’adattamento sopra elencate. Questi pazienti riportano generalmente sintomi fisici di vario tipo o problemi con il lavoro, la famiglia, gli amici o la scuola.
Cause del disturbo dell’adattamento e fattori predisponenti
Come già detto, la causa principale dell’insorgenza di un disturbo dell’adattamento è costituita dall’esposizione del soggetto ad un evento stressante, ad un trauma, o in generale ad un cambiamento di vita invasivo e significativo, come per esempio il lutto di una persona cara, problemi relazionali o la fine di una relazione, il licenziamento o l’inizio di un nuovo lavoro, l’insorgenza di un problema di salute che può riguardare la persona direttamente interessata o una persona cara, un trasloco, l’esposizione a disastri improvvisi o a catastrofi naturali, l’aver subito un’aggressione o una violenza, l’avere importanti problemi economici.
Nei bambini e negli adolescenti, ulteriori eventi stressanti tipici possono essere la continua esposizione a litigi o a problemi familiari, problemi a scuola riguardanti il rendimento o la socialità, una bocciatura, l’essere vittime di bullismo, provare ansia per la sessualità.
Potenzialmente chiunque può sviluppare un disturbo dell’adattamento e non c’è alcun modo per poter prevedere come una persona potrebbe reagire all’esposizione ad uno degli eventi stressanti sopra elencati.
Tuttavia è pur vero che persone diverse, seppur esposte al medesimo evento difficile, avranno reazioni differenti e non tutte andranno necessariamente a sviluppare un disturbo dell’adattamento.
Questo perché ci sono dei fattori predisponenti, cioè delle condizioni che rendono più probabile nella persona una risposta patologica ad un evento stressante.
Tali fattori possono riguardare per esempio il carattere della persona (ci sono persone di natura più resilienti e propense ad adattarsi a delle nuove condizioni e altre con una struttura di personalità più rigida che invece fanno più fatica ad adattarsi ai cambiamenti), il modo abituale della persona di reagire alle novità o alle difficoltà, il modo in cui la persona solitamente interpreta le situazioni e gli schemi di pensiero ricorrenti, le risorse/strategie che la persona ha avuto modo di apprendere o sviluppare nel corso della vita, l’essere già stati vittime di altri traumi in passato e quanto questi sono stati elaborati nel modo corretto, quanto la persona è isolata o si percepisce tale oppure quanto ha invece la possibilità di contare sul supporto di una rete sociale di riferimento, l’aver già in passato sviluppato una diagnosi psicologica come un disturbo d’ansia, un disturbo depressivo o un disturbo della condotta che può poi consolidarsi e diventare un disturbo antisociale di personalità.
Trattamento del disturbo dell’adattamento
Generalmente la modalità di trattamento più efficace del disturbo dell’adattamento è costituita dalla combinazione di psicoterapia e terapia farmacologica: quest’ultima accelera il processo di remissione dei sintomi (come ansia, depressione, insonnia, irritabilità o vari disturbi fisici connessi), mentre la psicoterapia è utile per lavorare sull’elaborazione del trauma a cui il paziente è stato esposto e sui significati, pensieri ed emozioni ad esso connessi, che potrebbero irrigidirsi o non trovare risoluzione e, di conseguenza, influenzare il modo in cui la persona può reagire ad eventuali nuovi eventi stressanti futuri.
Come già detto, il disturbo in genere non dura più di sei mesi a meno che il fattore di stress persista, ma affrontarlo con un’adeguata terapia aiuta a superarlo con minore sofferenza e si pongono le basi per evitare che in seguito possa esserci una ricaduta, per esempio in seguito ad un nuovo evento stressante che può fungere da riattivatore, se il disturbo non è stato precedentemente trattato in modo adeguato.
Grazie alla psicoterapia invece, è possibile sviluppare abilità e risorse per far fronte a future situazioni di stress.
Purtroppo non esiste un modo per prevenire un disturbo dell’adattamento e non è possibile fare una previsione su come un soggetto risponderà ad un evento stressante (a meno he non si sa già che ci si dovrà confrontare con una situazione difficile, e in questo caso è possibile prepararsi riducendo le probabilità di sviluppare il disturbo). Tuttavia, sviluppare risorse che aiutino la persona a far fronte agli eventi difficili, ovvero ad essere resiliente, può sicuramente essere un fattore protettivo. Alcune azioni che si possono mettere in atto per rinforzare la resilienza sono le seguenti:
- sviluppare una rete di relazioni che possano essere di supporto nei momenti difficili;
- imparare ad essere razionali, a non focalizzarsi solo sugli aspetti negativi di una vicenda e a sviluppare il pensiero positivo vedendo anche “il bicchiere mezzo pieno”;
- vivere in modo sano;
- lavorare per costruire una buona autostima e fiducia in se stessi e negli altri.
Autore
Articolo scritto dalla dott.ssa Annarita Scarola psicologa e psicoterapeuta per il centro Interapia nelle sedi di Saronno e Milano. Per chi fosse interessato a maggiori informazioni sul disturbo dell’adattamento può contattare il nostre centro attraverso la pagina dedicata