Il dubbio

Dubitare è un processo mentale che tutti sperimentiamo soprattutto quando siamo di fronte a scelte importanti dove farsi domande è sano e utile. I dubbi possono sorgere non solo in presenza di scelte concrete da fare, ma possono riguardare anche i nostri comportamenti, la nostra personalità e i nostri sentimenti.

Dubbi e domande ci permettono di individuare e valutare scelte e scenari alternativi e dunque favoriscono un approccio più flessibile e riflessivo alla vita.

Quando il dubbio diventa patologico?

Il dubbio diventa patologico quando inizia a essere presente per gran parte delle nostre giornate consumando risorse ed energie, non si riesce a prendere una decisione in un tempo ragionevole e ci fa vivere in un costante stato di angoscia. L’individuo entra infatti in un circolo vizioso per cui ogni risposta che trova viene subito messa in discussione da una tesi contraria dando vita a un processo senza fine.

Il dubbio patologico è dunque un disturbo ossessivo che si manifesta con la presenza di domande alle quali si cerca di trovare una risposta con un ragionamento razionale, ma senza mai trovarne una definitiva. Infatti, più si ragiona e più sorgono nuove domande.

Domande frequenti che innescano il dubbio patologico

Le domande che più di frequente innescano il dubbio patologico sono relative a tematiche che riguardano la nostra identità e il nostro futuro (ad esempio “Sarà la persona giusta per me?”, “Sono davvero innamorato?”, “Sono omosessuale?”, “Avrò fatto bene o avrò fatto male?”). Queste domande assumono un significato sproporzionato e si innesca il circolo vizioso: ad esempio la domanda “sarà la persona giusta per me?” darà origine a risposte seguite da successive domande come “forse no perché non sento la mancanza” – “però sto bene con lui/lei” – “perché non mi manca anche se sto bene?” – “forse ho qualcosa che non va” – “forse non sono in grado di amare” ecc.

In conclusione, dubbi e pensieri intrusivi riguardano tutti, mentre siamo alle prese con un dubbio ossessivo se notiamo che dopo aver concluso un ragionamento sorgono nuovi dubbi e argomentazioni tipo “e se fossi davvero ….”, “e se magari ….”, “e se non fosse solo un’ossessione”.

Cosa succede quando si innesca il dubbio patologico

Il dubbio patologico si innesca in quanto viene interpretato dalla persona come in qualche modo pericoloso. Anziché rimanere un’ipotesi che è comparsa nella mente, il dubbio viene considerato come un possibile dato di realtà (se lo penso allora è vero; se lo penso allora accadrà), diventa un indicatore di ciò che potrebbe accadere e va dunque risolto.

L’emozione generalmente sottostante ai dubbi patologici è la paura: paura di non essere normale, di non essere sano, di aver commesso errori importanti, di sbagliare …. e tutte queste situazioni vengono percepite come eventi che possono impattare in maniera importante su tutta la vita.

Dubbio

Cosa si fa per porre fine al dubbio patologico?

Purtroppo, le azioni più comuni che vengono messe in atto sono controproducenti e mantengono il problema.

  • La ricerca continua di risposte implica anche un ragionamento sulle proprie sensazioni, emozioni e reazioni fisiologiche, un controllo che però altera le percezioni stesse portando a uno stato di confusione.
  • Si cerca di non pensare, tentando di eliminare i pensieri spiacevoli. Purtroppo, però non si possono eliminare i dubbi dalla propria mente e oltretutto per eliminarli devo cercare nella mia mente se ci sono ancora e quindi in qualche modo pensarci …. È dunque una vera e propria trappola!
  • Si cerca di evitare le situazioni che generano dubbi.
  • Si chiedono rassicurazioni alle persone vicine oppure si condivide il dubbio con altri sempre con lo scopo di risolvere il dilemma.
  • Si cerca di distrarsi.

Tutte queste azioni però non fanno altro che peggiorare la situazione.

Come affrontare il dubbio patologico?

  • Innanzitutto, occorre riconoscere il dubbio per quello che è, cioè un oggetto che a un certo punto compare nella nostra mente, quindi non un fatto reale, un dato di realtà. Riconoscendolo come un evento mentale, possiamo scegliere se e quanto occuparcene e non permettergli di condizionare le nostre scelte.
  • Poiché il vero problema non è il contenuto del dubbio, cercare una risposta non è dunque una strategia efficace ma è invece la vera causa del disagio e della sofferenza. Al contrario, smettere di pensare e ragionare sul problema e iniziare ad ascoltare le proprie sensazioni ed emozioni permette di ritrovare una maggior serenità e chiarezza mentale. Questo è possibile solo uscendo dalla trappola dei ragionamenti in cui si è finiti.
  • Non cercare di eliminarlo dalla nostra mente.

Conclusioni

Il dubbio patologico si innesca a partire da domande che compaiono nella nostra mente che vengono interpretate come dati di realtà e in qualche modo pericolose e dunque da risolvere tramite ragionamenti. Tuttavia, questi portano a un circolo vizioso di infinite domande e risposte e a comportamenti controproducenti che non fanno altro che mantenere il problema. Occorre invece un cambiamento di prospettiva in cui il dubbio viene visto come un evento mentale di per sé innocuo e un’interruzione del circolo vizioso dei ragionamenti. Un percorso di psicoterapia può essere utile per favorire questi processi soprattutto quando il dubbio è diventato pervasivo occupando gran parte della nostra mente e impedendoci di vivere una vita soddisfacente.

psicologa a saronno

Articolo scritto dalla dott.ssa Silvia Schiavolin Psicologa a Saronno

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