Il cyberbullismo è definito da Kowalski (2014) come la messa in atto in modo intenzionale di atti aggressivi e violenti da un perpetuatore verso una vittima, all’interno di una relazione di potere sbilanciata, attraverso l’utilizzo di tecnologie di comunicazione (attraverso per esempio la diffusione di informazioni false o riservate che riguardano la sfera privata della vittima, o attraverso la diffusione di testi, immagini o video a contenuto sessuale al fine di umiliare e deridere i protagonisti di tale video -si parla in questo caso di sexting-).
È una forma di bullismo più sottile e più subdola rispetto a quella tradizionale, in cui c’è contatto diretto tra il bullo e la vittima. Infatti diversamente da quanto accade nel bullismo tradizionale, “offline” per intenderci, quello effettuato tramite dispositivi informatici presenta delle caratteristiche peculiari.
Le principali caratteristiche del cyberbullismo
- Chi perpetua l’atto di bullismo rimane nell’anonimato;
- Le conseguenze del gesto non sono direttamente visibili nell’immediato;
- poiché il cyberbullismo si avvale dell’utilizzo di internet, il contenuto diffuso si estende ad un numero elevato di persone;
- proprio perché le conseguenze del gesto non sono visibili immediatamente e le persone che accedono ai contenuti trasmessi tramite social network numerose, si verifica il fenomeno della diffusione della responsabilità, che porta il perpetuatore -e chi fruisce dei contenuti diffusi dal perpetuatore- a sentirsi meno responsabile del gesto, che quindi è percepito come meno grave e dannoso rispetto ad una violenza diretta (Landoll et al., 2015);
- come il bullismo tradizionale è un reato a tutti gli effetti, ma per le caratteristiche sopra elencate è più difficile individuare e, quindi, perseguire penalmente i responsabili.
Secondo Lenhart (2016) sarebbe potenzialmente oggetto di cyberbullismo circa il 90 % dei giovani tra i 13 e i 17 anni appartenenti ai paesi industrializzati, che hanno frequente accesso all’utilizzo di internet e social network. Tra gli utenti Microsoft a livello mondiale, circa il 37 % dei giovani tra gli 8 e i 17 anni ha riferito di essere stato vittima di cyberbullismo, mentre il 24 % riferisce di essere stato tra i perpetuatori.
Quali sono le conseguenze per le vittime di cyberbullismo?
Le più comuni conseguenze a livello psicologico per chi subisce cyberbullismo sono:
- ansia,
- depressione,
- forti sentimenti di vergogna, senso di colpa e umiliazione,
- isolamento ed evitamento sociale,
- difficoltà di regolazione emotiva,
- uso di alcol e sostanze,
- abbassamento dell’autostima,
- nei casi più estremi anche il suicidio.
Secondo Wright inoltre le conseguenze emotive e comportamentali del cyberbullismo tenderebbero a persistere nel tempo più a lungo rispetto alle conseguenze negative del bullismo tradizionale.
Potrebbe poi facilmente crearsi un circolo vizioso per cui le persone già psicologicamente più deboli e che quindi già manifestano problematiche di ansia, depressione o fobia sociale abbiano più probabilità di diventare vittime di cyberbullismo, andando così ad aggravare ulteriormente la loro salute mentale.
Strategie di intervento e prevenzione
Date le conseguenze sopraelencate, il supporto psicologico per le vittime di cyberbullismo diventa necessario: è fondamentale offrire loro uno spazio in cui non si sentano giudicati e si sentano liberi di esprimere la propria sofferenza.
È inoltre importante intervenire a livello individuale su più fronti:
- sui comportamenti che maggiormente espongono al rischio di cyberbullismo (per esempio Pingault e Schoeler hanno dimostrato che chi trascorre più tempo online è maggiormente esposto al rischio sia di essere vittimizzato che di perpetuare atti di cyberbullismo);
- sulle potenziali vulnerabilità preesistenti (per esempio bassa autostima o difficoltà nel relazionarsi col gruppo dei pari);
- sulla riduzione dei danni che il cyberbullismo provoca a livello psicopatologico.
L’intervento però non può limitarsi alla sola psicoterapia individuale ma è fondamentale una mobilitazione a più livelli, che coinvolga per esempio anche le famiglie, gli insegnanti, il gruppo dei pari e la scuola come istituzione.
Secondo Angela Ganci, psicologa e psicoterapeuta presso la sede di Palermo dell’Associazione Contro tutte le violenze, per prevenire ed intervenire in modo efficace sul fenomeno del cyberbullismo sarebbe auspicabile:
- educare sin dall’infanzia a relazionarsi in modo empatico con gli altri e al rispetto di se stessi e dell’Altro;
- attuare nelle scuole programmi di educazione socio-affettiva, che puntino ad una maggiore consapevolezza delle emozioni proprie e altrui, alla tolleranza della frustrazione e delle emozioni negative, e al supporto tra pari;
- informare genitori e insegnanti sul fenomeno e su come individuarlo, attivando una maggiore sorveglianza soprattutto nei momenti più informali (in mensa o durante l’intervallo) in modo da poter intervenire tempestivamente;
- educare all’assertività, insegnando ai ragazzi ad evitare comportamenti passivi o aggressivi, manifestando apertamente i propri bisogni nella libertà propria e altrui.
Naturalmente quanto più l’educazione è precoce in tale direzione, tanto minore è il rischio di sviluppare comportamenti devianti o difficoltà relazionali di vario tipo.
Articolo scritto dalla dr.ssa Annarita Scarola, Psicologa e Psicoterapeuta referente della sede di Milano
Bibliografia Essenziale sul Cyberbullismo
Kowalski, R. M., Giumetti, G. W., Schroeder, A. N., & Lattanner, M. R. (2014). Bullying in the digital age: A critical review and meta-analysis of cyberbullying research among youth. Psychological bulletin, 140(4), 1073.
Landoll, R. R., La Greca, A. M., Lai, B. S., Chan, S. F., & Herge, W. M. (2015). Cyber victimization by peers: Prospective associations with adolescent social anxiety and depressive symptoms. Journal of adolescence, 42, 77-86.
Lenhart, A. (2016). Teens, social media & technology overview 2015, Pew Research Center, 2015.
Pingault, J. B., & Schoeler, T. (2017). Assessing the consequences of cyberbullying on mental health. Nature Human Behaviour, 1(11), 775.
Wright, M. F. (2018). The Nature, Extent, Causes, and Consequences of Cyberbullying. In Encyclopedia of Information Science and Technology, Fourth Edition (pp. 1723-1733). IGI Global