Quando parliamo di gioco, in genere tendiamo ad associarlo all’infanzia o all’adolescenza, come se questo avesse valore solo nel contesto evolutivo. Da una parte è certamente vero, il gioco è infatti uno strumento necessario per la crescita e lo sviluppo del bambino oltre che uno strumento di elaborazione di esperienze traumatiche o dolorose nel contesto di cura. Non è così facile considerare, dall’altra parte, quanto il gioco sia fondamentale anche in età adulta, e uno degli approcci terapeutici che prende in considerazione il gioco nel lavoro con l’adulto è la Schema Therapy.

La Schema Therapy

La Schema Therapy è una terapia sviluppata all’inizio degli anni 90’ da Young che integra la teoria cognitivo comportamentale con diversi modelli teorici, tra cui la teoria dell’attaccamento, il costruttivismo, la gestalt e vari approcci psicoanalitici. Il concetto base è il fatto che tutti nasciamo con dei bisogni emotivi primari, la cui frustrazione porta alla strutturazione schemi maladattivi precoci (costituiti da emozioni, ricordi, comportamenti e aspetti corporei), che vengono utilizzati per “leggere” se stesso e gli altri. I bisogni che possono essere frustrati sono: attaccamento sicuro (connessione, sicurezza, fiducia), autonomia, senso di competenza e identità, libera espressione di emozioni e scopi, limiti realistici e autocontrollo, spontaneità e gioco.

Il gioco nell’infanzia

La psicologia dello sviluppo ci insegna l’importanza del gioco e come questo si modifichi nelle diverse fasi di sviluppo: dal gioco solitario dei primi anni di vita fino alle attività associative e cooperative che predispongono all’acquisizione delle competenze sociali. L’attività ludica rappresenta uno degli elementi più importanti per lo sviluppo fisico, cognitivo e sociale del bambino, perché stimola curiosità e immaginazione, favorisce le abilità sociali ed allena la concentrazione. Inoltre, aiuta a comprendere l’ambiente esterno e a sviluppare le capacità di adattamento ad esso. Diventa infine un canale attraverso il quale esprimere i propri bisogni e le proprie emozioni. Insomma, attraverso il gioco, si impara a conoscere il mondo e se stessi.

Com’è l’ambiente familiare che frustra questo bisogno

È facile intuire come una deprivazione in quest’area possa portare a lacune e ferite aperte nell’individuo in età adulta. Ci sono diversi contesti familiari che possono portare alla frustrazione di questo bisogno: genitori troppo concentrati sul lavoro e con standard elevati, in cui il dovere viene prima di tutto; ambiente di trascuratezza in cui i bambini vengono lasciati a loro stessi, sia emotivamente che praticamente; genitori critici che considerano il gioco superficiale e futile; contesti in generale poveri emotivamente e privi di spontaneità. Una persona a cui non è stato permesso di giocare durante la propria infanzia sarà probabilmente meno felice, più portata al dovere in modo rigido. A volte si riporta proprio la mancanza di idee su come divertirsi, svagarsi o rilassarsi. Questo perché, non essendo mai stato permesso di esplorare ciò che piace e diverte, si disimpara ad ascoltarsi.

Adulti che giocano

L’uso del gioco in Schema Therapy

Alla luce di questo, soddisfare il bisogno di gioco e spontaneità, per i pazienti che ne hanno avuto frustrazione, diventa fondamentale da adulti e anche attraverso il percorso terapeutico. Infatti, quando “da grandi” ci concediamo di “giocare”, non soddisfiamo solo il bisogno di spontaneità e libertà, ma anche altri tipi di bisogni come il sentirsi connesso, visto, il provare calore, autenticità e reciprocità. Inoltre, tramite il gioco si soddisfa anche il bisogno di apprezzamento condizionato (ottenere lode per qualche cosa) e incondizionato (andare bene per quello che si è). Si impara a sentire di essere in grado, ma anche di poter fallire e di essere apprezzato per la propria modalità di essere spontaneo.

Il gioco amplifica le emozioni

Questo permette di amplificare le emozioni positive fondamentali per sentirsi amati, degni, nutriti, sicuri di sé, aumentando le probabilità di evocare immagini ed emozioni positive, soprattutto nei momenti difficili. L’aspetto ludico infatti non è solo una pratica esclusivamente infantile e non scompare con l’età, ma anzi si trasforma. Certo, compaiono forme diverse di gioco generalmente finalizzate a stabilire legami tra pari e a negoziare le richieste del mondo adulto. Tra i giochi socialmente accettati da adulti troviamo gli sport, alcuni videogiochi, gli scacchi e i giochi di strategia. Ma pur cambiando nella forma, il bisogno di gioco rimane anche quando si è responsabili di un lavoro e di una famiglia.

Il gioco: benessere, apprendimento e crescita

Attraverso il gioco otteniamo benessere, apprendimento e crescita. In questo senso si capisce che giocare da adulti non solo è divertente, ma è anche consigliato. Tra i benefici del gioco ricordiamo la stimolazione dell’immaginazione e della creatività, la promozione della socializzazione, la riduzione di stress e ansia, la connessione con se stessi, l’esercizio della memoria, il miglioramento della regolazione emotiva, la migliore tolleranza alla frustrazione, la promozione della risoluzione dei conflitti in modo innovativo.

Psicoterapeuta Legnano dott.ssa Pamela Ciociola
Psicoterapeuta Legnano Pamela Ciociola

Articolo scritto dalla dott.ssa Pamela Ciociola Psicologa nella sede di Legnano.

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