Scrivere e in generale raccontare, narrare e narrarsi come mezzo di espressione e di conoscenza è una pratica millenaria.
E’ però dal 1989 con il famoso psicologo sociale James Pennebaker che la scrittura acquisisce a pieno titolo lo status di metodo terapeutico scientificamente fondato, da lui denominato Expressive Writing.
L’Expressive Writing consiste nello scrivere per circa 15-20 minuti al giorno per tre o quattro giorni, senza preoccuparsi della grammatica e della forma stilistica, su un tema o un’esperienza stressante .
Non è semplicemente una forma di diario e nemmeno una pratica che aiuta a diventare romanzieri o sceneggiatori. E’ al contrario una tecnica di scrittura essenziale che aiuta a comprendere e a gestire i disordini emotivi delle nostre vite.
Al pari di altri fattori di stress, mantenere per così dire ‘segreti’ o ‘cose taciute’ può influire sulla nostra salute mentale e fisica, incluso il sistema immunitario, l’azione del sistema cardiocircolatorio e persino il funzionamento biochimico del nostro sistema nervoso.
In sostanza,
- Mantenere ‘segreti’ (‘non detti’) è una fatica fisica. Quando cerchiamo di mantenere un segreto , dobbiamo scientemente trattenere o inibire determinati pensieri, sensazioni o comportamenti; significa sforzarci di non pensare, non sentire emozioni o agire in certi modi.
- I segreti possono portare a cambiamenti biologici a breve termine (per esempio, aumentando la traspirazione o incrementando la frequenza cardiaca) e influenzare la salute sul lungo periodo.
- Lo sforzo di inibire aspetti spiacevoli e dolorosi di un’esperienza funziona come un elemento di stress di carattere cumulativo, aumentando la possibilità di contrarre malattie, sviluppare ansia, depressione, disturbi da stress-postraumatici o altri disturbi psicosomatici.
- I segreti minano la nostra capacità di pensare. Rinunciare a parlare di questioni rilevanti e nascondere, più o meno intenzionalmente, quanto proviamo può recidere il filo dei nostri ragionamenti. Se non ci diamo la possibilità di parlare con qualcuno (anche fosse solo immaginarsi di poterlo fare) di un’esperienza per noi significativa, avremo più difficoltà ad elaborarla nella mente in maniera completa e ad integrarla nella nostra storia di vita.
- L’apertura e l’espressione emotiva riduce gli effetti nocivi dei ‘non detti’ e impone ad un riesame degli eventi. Affrontare, rivelare un qualche aspetto stressante ci aiuta a comprenderlo e ad assimilarlo dentro una cornice più ampia, più chiara e di conseguenza più superabile.
Ma perché scrivere e scriversi in terapia?
La scrittura usata in questo senso, come mezzo espressivo, ha l’enorme potere di tirare fuori letteralmente ciò che c’è di più recondito e profondo nelle pieghe del nostro cuore e della nostra mente.Consente di esprimere l’indicibile, quello che non può, per pudore o per giudizio sociale, essere detto, essere reso manifesto.
La scrittura in questo senso ha un potere di rivelazione, di smascheramento, di rendere visibile quello che viene comunemente relegato in uno stanzino oscuro della nostra mente, vuoi per abitudine, vuoi perché considerato sconveniente e disdicevole.
Scrivere chiama ad Essere, chiama a portare luce a quelle parti emotive taciute ma comunque attive nello spazio esistenziale della persona e che spesso la guidano in modi inconsapevoli …
Effettivamente è proprio per non essere più guidati da queste parti di emozioni, che sembrano avere una vita propria, che può venire in soccorso la scrittura.
La scrittura ci consente di vedere all’opera queste parti di noi, che pensano, sentono, agiscono secondo un loro copione, e riconoscendole per come sono, poter prenderne distanza e svincolarci.
Riconoscere le nostre zone d’ombra, portarle alla luce, ci fa vedere davvero quelle storie e narrazioni che ci intrappolano in una prigione che prima sembrava invisibile e dalla quale impossibile uscire.
La scrittura consente di vedere tutte le sfaccettature del nostro mondo emotivo interno come personaggi sopra un palcoscenico ed osservare sotto il riflettore della consapevolezza l’interezza della loro ‘teatralità’. Riassegnando a ciascuna parte la propria legittimità, si aprono altri spazi…
La scrittura apre a nuovi mondi, nuovi orizzonti di pensieri, nuove parti di sé.
La scrittura restituisce una dimensione di libertà, quella di scegliere davvero quale parte di noi incarnare e agire nel mondo.
Bibliografia Il Potere Terapeutico della Scrittura
‘Il potere della scrittura’(2017), James W. Pennebaker, Joshua M.Smith, Tecniche Nuove.
Articolo Scritto dalla dott.ssa Elena Cristina Psicologa e Psicoterapeuta lavora presso la sede di Rho e Milano