Durante l’emergenza sanitaria da coronavirus, i disturbi del comportamento alimentare sono aumentati del 30%. La pandemia ha, infatti, modificato le nostre abitudini, messo in crisi certezze da lungo tempo stabili, modificato consuetudini, richiesto notevoli capacità di adattamento. 

Questa condizione ha contribuito a instillare e fomentare ansie, timori, dubbi e incertezze.
Coloro che hanno maggiormente patito questa situazione sono state le persone in età adolescenziale (episodi aumentati di quasi un terzo). Si pensi a quanto ha inciso sulla quotidianità di un ragazzo l’inserimento della DAD (didattica a distanza), il non essere più potuto uscire con la stessa libertà facendo venire meno, o riducendo in modo significativo, il contatto con gli amici, il trascorrere la quasi totalità del proprio tempo all’interno della propria abitazione. 

Il disturbo maggiormente registrato, proprio dovuto ai disagi causati dalla situazione creatasi e delle conseguenti sofferenze patite, attiene all’anoressia nervosa, che si è palesata, spesso più precocemente, attraverso molte richieste di aiuto.

Inoltre, oltre alla presentazione di nuovi disturbi alimentari, la situazione pandemica ha fortemente influito in termine di ricadute in ex anoressici, ex bulimici e soggetti che soffrivano di disturbi da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder).

Oltre alle nuove casistiche ed alle ricadute, la condizione di vita imposta dalla gestione dell’emergenza Covid19, dalla conseguente riduzione dell’attività fisica e delle ore trascorse al di fuori della propria abitazione, hanno causato peggioramenti in situazioni di malattie preesistenti. Invero, soggetti già in cura o che vi si stavano approcciando, o ancora non lo avevano fatto, si sono ritrovati a vivere un periodo particolarmente ostile che li ha portati ad aggravare la propria situazione personale. 

Ciascuno dei casi evidenziati è la dimostrazione di come il comportamento alimentare sia stato intaccato da fattori fisici quali l’isolamento, la riduzione del movimento, ma anche da fattori psicologici,  quali lo stress ingeneratosi in un ambiente di solitudine o di particolare ristrettezza della mobilità. 

Tale pressione mentale ha favorito l’insorgere o l’aggravarsi di disturbi alimentari soprattutto nelle persone più fragili. Il dato particolarmente significativo è quello relativo alla distribuzione percentuale dei disturbi dell’alimentazione fra i giovani. Si stima che, ad oggi, siano, circa, tre milioni di giovani a patire i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA). Di questo significativo numero di individui, ben il 95,9% sono donne ed il restante 4,1% sono uomini.

Sitografia: 

https://www.hsr.it/news/2021/marzo/disturbi-comportamento-alimentare-adolescenti-2021

piu-salute.it/disturbi-alimentari-e-covid

https://www.panoramasanita.it/2021/03/15/disturbi-alimentari-nellanno-della-pandemia-aumentano-i-casi-tra-i-giovanissimi/

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