Come la nostra mente influenza il modo in sui ci vediamo allo specchio

L’immagine corporea e il modo in cui la mente la influenza: spesso capita nelle nostre vite che quello che vediamo riflesso allo specchio sia diverso da quello che vedono gli altri, o da quello che noi abbiamo visto in passato. Ad esempio capita che, influenzati da sensazioni di gonfiore temporanee, ci vediamo più gonfi sull’addome. O che persone che non vediamo spesso facciano un commento sul cambiamento del nostro fisico che noi stessi non avevamo notato, o ancora che la gradevolezza di alcune parti del corpo dipenda molto dall’umore che abbiamo nel momento in cui ci osserviamo.

Relazione complessa con noi stessi: immagine corporea

Sembra dunque che a volte il modo in cui vediamo il nostro corpo cambia, e non sempre segue i cambiamenti fisici che esso fisiologicamente subisce. Questo succede perché il rapporto con il nostro corpo non dipende esclusivamente da quello che vediamo. In realtà entrano in gioco numerosi fattori: i pensieri che ci passano per la testa in merito a quello che vediamo, le emozioni che ne scaturiscono, le credenze in merito al nostro valore ed in merito a come crediamo che un corpo valido dovrebbe essere.

Questa relazione complessa con noi stessi si chiama immagine corporea: si tratta de “l’immagine che abbiamo nella nostra mente della forma, dimensione, taglia del nostro corpo e i sentimenti che proviamo rispetto a queste caratteristiche e rispetto alle singole parti del nostro corpo” (Peter Slade, 1988).

Da cosa è formata l’immagine corporea?

Questa complessa immagine che media il rapporto con il nostro corpo dipende da diversi aspetti:

  • percettivo, che è guidato dal sistema visivo, e dipende da quello che percepiamo con i nostri occhi. Ad esempio, come vediamo la taglia e la forma del nostro corpo, i lineamenti del viso, etc.;
  • attitudinale, che è caratterizzato dai pensieri e dalle credenze che abbiamo in merito al nostro corpo: cosa sappiamo del nostro corpo? Cosa conosciamo di lui, dalla nostra esperienza di vita? Abbiamo imparato che è un corpo forte, debole, piacevole, portatore di dolore, desiderato, disprezzato …?
  • affettivo, ossia le emozioni che proviamo quando siamo in contatto con il nostro corpo. Quando siamo connessi con lui che cosa proviamo? Ansia, vergogna, rabbia, serenità, sollievo, amore…?
  • comportamentale, cioè l’insieme dei comportamenti che mettiamo in atto nei confronti del nostro corpo: come mi alimento? Cosa faccio di pratico per star bene con il corpo (ad es. attività fisica, attività rilassanti, etc.)? Come vesto il mio corpo?

Quando si sviluppa?

Sembra sempre più chiaro che l’immagine corporea sia qualcosa di complesso, formato da tante facce, e che riguarda non solo il corpo ma l’intera identità della persona. Inoltre, come l’identità, è una parte dell’individuo che si costruisce sin dalla nascita, anche se il periodo fondamentale ai fini del suo sviluppo è l’adolescenza.

Adolescenza: fase decisiva della vita

In questa fase particolare e decisiva del ciclo di vita siamo esposti a numerosi cambiamenti fisici, legati allo sviluppo dei caratteri sessuali primari e secondari, in un periodo in cui il corpo diventa anche veicolo di significati affettivi, sociali e sessuali. L’interazione con diversi ambienti (scuola, famiglia, gruppo di amici, sport, etc.) permette all’adolescente di imparare ad associare un nuovo valore e nuovi significati al proprio corpo, che sono strettamente collegati alla costruzione della propria identità.

Significati di esperienze vissute

Tali significati dipendono dalle esperienze vissute, dallo scarto percepito tra corpo ideale e corpo reale, da quanto è criticato da se stesso e dagli altri e da quanto è vulnerabile a tali giudizi. Questi aspetti determineranno anche e soprattutto l’intensità e la qualità delle emozioni che accompagneranno il rapporto con il suo corpo, e di conseguenza con se stesso.

Distorsione dell’immagine corporea: caratteristiche e trattamento

Lo sviluppo di un’immagine corporea distorta è caratterizzato da credenze e pensieri giudicanti e negativi riguardo al corpo, da una bassa autostima ed è accompagnata da emozioni di vergogna, rabbia e tristezza pervasive e intense. La presenza di un’immagine corporea distorta, oltre a comportare un disagio ed una sofferenza significativa, può rappresentare un fattore di rischio dello sviluppo di un disturbo del comportamento alimentare o di un disturbo da dimorfismo corporeo (DSM 5).

Trattamento di psicoterapia

In questo caso è possibile intervenire con un trattamento di psicoterapia, che permetta alla persona di conoscere ed esplorare la qualità della propria immagine corporea, il suo livello di funzionalità e flessibilità, e, se necessario, di modificarla. La psicoterapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata efficace in queste problematiche, poiché agisce collegando la sofferenza derivante dal rapporto con il proprio corpo al valore personale complessivo che la persona si attribuisce in funzione di questa.

Le credenze che sostengono questa associazione, apprese nell’arco della vita, vengono esplorate e modificate, guidando la persona ad osservare sé stessa abbandonando le “lenti” giudicanti e criticanti che ha indossato fino a quel momento.

Questo percorso porta alla costruzione di un’immagine corporea più flessibile, allo sviluppo di credenze su di sè più funzionali ed alla presenza di emozioni più regolate e compatibili con uno stile di vita sano, sereno e soddisfacente.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • Slade, P. D. (1988). Body image in anorexia nervosa. The British Journal of Psychiatry153(S2), 20-22.
  • American Psychiatric Association (2013), Manuale diagnostico e statistico dei disturbi Mentali, Quinta edizione (DSM5), trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.
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