Il Mutismo Selettivo è un disturbo poco conosciuto ed apparentemente raro che colpisce prevalentemente i bambini, caratterizzato dall’incapacità di parlare in alcuni contesti sociali, nonostante lo sviluppo e la comprensione del linguaggio siano nella norma. Il Mutismo Selettivo non è un fenomeno dovuto a qualche disfunzione organica o ad un’incapacità correlata allo sviluppo, ma è un atteggiamento di risposta ad un forte stato emotivo legato all’ansia.
Nonostante vogliano farlo, i bambini con mutismo selettivo non riescono a parlare fuori casa o in presenza di estranei, si bloccano, e ciò avviene in particolare in luoghi pubblici o nei contesti sociali più ansiogeni, come ad esempio la scuola.
Al contrario di quanto avviene in tali contesti, a casa, negli ambienti familiari e con le persone con cui si sentono a loro agio, si esprimono normalmente e a volte sono dei grandi chiacchieroni.
I criteri diagnostici per individuare un bambino selettivamente muto sono i seguenti:
- Il bambino non parla in determinati luoghi, come la scuola o altre situazioni sociali.
- Il bambino parla normalmente nelle situazioni in cui si trova a proprio agio come a casa, sebbene alcuni bambini possano essere muti anche tra le mura domestiche.
- L’incapacità del bambino di parlare interferisce con la sua capacità di “funzionare” nel contesto scolastico e/o nelle situazioni sociali.
- Il mutismo dura da almeno un mese.
- Non sono presenti disturbi della comunicazione (balbuzie) o disturbi mentali (autismo, schizofrenia, ritardo mentale).
Quali sono le caratteristiche dei bambini con mutismo selettivo?
I bambini affetti da questo disturbo possono comunicare attraverso gesti, annuendo o scuotendo il capo in segno di diniego, spingendo o tirando l’interlocutore o in alcuni casi emettendo suoni monosillabici, corti o monotoni, o alterando la voce e riproducendo a volte il verso di animali.
Il disagio si può manifestare anche nella difficoltà che i bambini muto selettivi hanno nel mantenere il contatto visivo, nella loro rigidità fisica e nell’inespressività del volto.
Recenti ricerche hanno dimostrato che il Mutismo Selettivo è associato ad un forte stato di ansia e ad oggi non sono state individuate delle precise cause responsabili, sebbene fattori emotivi, psicologici e sociali possano influenzarne lo sviluppo. Alla luce di tutto ciò non sembrano avvallate le convinzioni che il bambino affetto da Mutismo Selettivo abbia subito forti traumi, abbandono o violenze oppure che si tratti di soggetti oppositivi, arrabbiati, manipolativi.
L’incidenza sulla popolazione è relativamente bassa ma stime recenti indicano che il Mutismo Selettivo riguarda 7 bambini su 1000 e sembra colpire maggiormente le femmine rispetto ai maschi.
Solitamente, la comparsa del mutismo avviene intorno ai 4 anni, ossia quando i bambini iniziano ad avere i primi contatti con il mondo esterno alla famiglia (la scuola materna) e colpisce bambini con differenti capacità cognitive.
Il Mutismo Selettivo è più frequente in bambini che vivono in famiglie socialmente isolate, in famiglie bilingui, che appartengono a minoranze etniche, o laddove siano presenti altri componenti della famiglia ansiosi, timidi o che presentino difficoltà nelle relazioni sociali.
Come appaiono i bambini con Mutismo Selettivo?
Alcuni bambini con Mutismo Selettivo rimangono immobili, non interagiscono, non iniziano un gioco e a volte non rispondono agli inviti al gioco dei compagni. Anche il linguaggio del corpo può essere impacciato, lo sguardo sfuggente e assente, il viso inespressivo. Sembra che ignorino gli altri, mentre in realtà sono così ansiosi e impauriti da essere letteralmente bloccati, tanto da non riuscire a rispondere. È come se si sentissero su un palcoscenico, al centro dell’attenzione e questo fa aumentare la loro ansia. Altri bambini invece sono meno rigidi e utilizzano forme di comunicazione alternativa (la mimica o i gesti per comunicare con i loro interlocutori).
I bambini con Mutismo Selettivo sono in genere molto sensibili sia alle percezioni sensoriali (rumori, urli, tono della voce molto alto) che al giudizio degli altri: se commettono un errore, possono preoccuparsene tutta la notte; se l’insegnante alza la voce, si chiedono se la colpa è loro. Per questi bambini può costituire un problema non solo il far sentire la propria voce, ma anche il fatto che le persone li vedano parlare; infatti, se riescono a bisbigliare qualcosa a qualcuno spesso si coprono la bocca con la mano.
Sono bambini molto pignoli e perfezionisti, sono anche abitudinari, perché le novità destabilizzano le loro sicurezze e provocano loro ansia. Per questo motivo i cambiamenti devono essere graduali. Può spesso accadere che in classe restino muti, mentre appena fuori dall’aula o dalla scuola, inizino a parlare con i genitori e a volte anche con qualche compagno.
Quale terapia applicare?
La terapia comportamentale è la più utilizzata visto che si lavora nella maggior parte di casi con bambini, spesso coinvolgendo anche altre figure significativi quali le insegnanti.
La terapia cognitivo-comportamentale lavora nello specifico su due piani:
- Comportamentale: aiutando i soggetti a cambiare i loro comportamenti attraverso tecniche di rinforzo positivo, di shaping, esposizione graduale, comunicazione defocalizzata, automodellamento;
- Cognitiva: che li aiuta a cambiare le loro credenze, ridurre l’ansia, aumentare l’autostima, lavorare sulla consapevolezza emotiva e sull’espressione delle emozioni e fornire strategie per stabilire e mantenere relazioni interpersonali.
Il Mutismo Selettivo può essere superato più facilmente se viene diagnosticato precocemente e se si instaura una buona collaborazione tra genitori e insegnanti, tuttavia non bisogna dimenticare l’apporto fondamentale dello specialista. Una scarsa o scadente relazione tra i sistemi (familiare, scolastico e terapeutico) che si occupano del bambino, così come una diagnosi tardiva, possono provocare un allungamento del periodo di trattamento e il protrarsi del disturbo anche in età adolescenziale e oltre. Spesso per i genitori di un bambino con Mutismo Selettivo è difficile riuscire a trovare uno specialista che sia in grado di trattare questo disturbo; questo causa spesso un ritardo nella diagnosi e a volte pregiudica la veloce risoluzione del problema.
Con la giusta terapia, il mutismo selettivo nei bambini può avere un esito positivo. I risultati migliori si ottengono infatti con i pazienti di giovane età, mentre per gli adulti il percorso potrebbe risultare un po’ più lungo.
È fondamentale sottolineare che anche in fase adulta è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta per poter identificare percorsi terapeutici volti al miglioramento della sintomatologia descritta, promuovendo benessere e incrementando la qualità di vita.
Articolo Scritto dalla dott.ssa Elisa Bezze