Lo skin picking, noto anche come dermatillomania o disturbo da escoriazione, rappresenta un comportamento compulsivo caratterizzato dalla tendenza a grattarsi, pizzicarsi o lesionarsi la pelle in risposta a uno stato emotivo negativo o ad un bisogno di alleviare l’ansia. Lo skin picking è un comportamento che va oltre il semplice grattarsi, fino a provocare delle vere e proprie lesioni ed escoriazioni cutanee che possono condurre ad un significativo disagio o ad una compromissione funzionale. Le persone coinvolte spesso si ritrovano intrappolate in un ciclo di gratificazione immediata seguito da sensi di colpa e vergogna.
Le parti del corpo che subiscono più di altre questo comportamento sono:
- il viso;
- le mani;
- le braccia;
- le gambe.
In genere, le persone affette da questo disturbo trascorrono una quantità significativa di tempo a toccare insistentemente la pelle o a resistere all’impulso di farlo.
La diagnosi di skin picking viene fatta in base a specifici criteri clinici. I soggetti devono generalmente:
- stuzzicare la pelle in maniera continua, causando lesioni cutanee;
- compiere ripetuti tentativi di ridurre o interrompere lo stuzzicamento della pelle;
- provare un disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti.
I pazienti portano con sé vissuti di impotenza, seguito dalla rabbia del non riuscire a smettere, il senso di colpa e la vergogna di aver provocato a loro stessi le lesioni cutanee. Queste influenzano in modo negativo l’aspetto estetico, che quindi potrà essere mascherato attraverso trucchi o vestiti, evitando quei luoghi in cui le escoriazioni possono essere visibili.
Fattori Contribuenti
Possono essere identificati alcuni fattori che predispongono alla dermatillomania.
- Stress e ansia: i fattori principali che contribuiscono allo skin picking sono lo stress e l’ansia. Le persone possono utilizzare questo comportamento come una forma di coping per alleviare tensioni emotive. L’atto di grattarsi o pizzicarsi può temporaneamente distrarre dalla fonte di stress, offrendo un sollievo momentaneo. Tuttavia, questo diventa un ciclo dannoso, in quanto il comportamento iniziale può aggravare la situazione e generare ansia riguardo alle conseguenze del proprio agire.
- Perfezionismo: individui con alti livelli di perfezionismo possono essere particolarmente inclini allo skin picking. La ricerca suggerisce che la ricerca ossessiva di perfezione e l’attenzione eccessiva ai dettagli possono portare a una maggiore focalizzazione su imperfezioni percepite sulla pelle. Questo può generare il desiderio di rimuovere o correggere queste imperfezioni attraverso lo skin picking, creando un circolo vizioso di comportamento.
- Comorbidità con altri disturbi: lo skin picking è spesso associato ad altri disturbi psicologici. Ad esempio, il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), il disturbo da alimentazione incontrollata (BED), o il disturbo d’ansia sociale possono essere presenti insieme alla dermatillomania. La presenza di queste comorbilità può aumentare la complessità della situazione e richiedere un approccio terapeutico più completo e mirato.
- Basso livello di autostima: un basso livello di autostima può contribuire allo sviluppo dello skin picking. Le persone che si percepiscono in maniera negativa possono utilizzare il grattarsi o il pizzicarsi come una forma di auto-punizione o per alleviare il disagio legato alla bassa autostima.
- Traumi ed eventi stressanti: esperienze traumatiche o eventi stressanti nella vita di una persona possono innescare o esacerbare lo skin picking. Il comportamento potrebbe diventare una via di fuga da ricordi dolorosi o una risposta al disagio emotivo causato da situazioni difficili.
- Imitazione e apprendimento: in alcune situazioni, lo skin picking può derivare da comportamenti appresi o imitati. Ad esempio, se una persona cresce in un ambiente in cui il grattarsi o il pizzicarsi è considerato normale o viene utilizzato come meccanismo di coping, potrebbe sviluppare lo stesso comportamento.
Meccanismi psicologici sottostanti
Tra i meccanismi psicologici sottostanti ritroviamo:
- Rinforzo negativo: il rinforzo negativo gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento dello skin picking. Quando una persona si impegna in questo comportamento, spesso sperimenta un sollievo momentaneo dallo stato emotivo negativo o dall’ansia. Questo rinforza il comportamento, anche se solo temporaneamente, poiché la gratificazione immediata agisce come un meccanismo di coping. Tuttavia, nel tempo, questo ciclo può diventare dannoso, portando lo skin picking ad essere visto come un modo per affrontare lo stress.
- Mancanza di controllo degli impulsi: individui affetti da dermatillomania spesso lottano con la mancanza di controllo sugli impulsi. La sensazione di un impulso irresistibile a grattarsi o pizzicarsi può essere travolgente, e la persona può sentire di non avere il potere di resistere a questa spinta. Questa mancanza di controllo contribuisce alla persistenza del comportamento, poiché la persona può sentirsi incapace di fermarsi anche quando è consapevole degli effetti dannosi.
- Auto-percezione negativa e vergogna: le persone con skin picking spesso sviluppano una percezione negativa di sé stesse. La vergogna legata al loro aspetto fisico, causata dalle lesioni cutanee provocate dallo skin picking, può portare a un circolo vizioso in cui la persona continua a grattarsi per alleviare la tensione emotiva.
- Distorsioni cognitive: alcuni individui affetti da dermatillomania possono presentare distorsioni cognitive, come il perfezionismo e l’iper-focalizzazione su piccoli dettagli della propria pelle. La tendenza a concentrarsi su imperfezioni percepite può alimentare il desiderio di rimuoverle attraverso lo skin picking. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) mira a identificare e modificare tali distorsioni cognitive, aiutando la persona a sviluppare una visione più equilibrata di sé stessa e del proprio corpo.
Il trattamento dello skin picking
La Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) è uno degli approcci terapeutici più efficaci per il trattamento dello skin picking.
Questa forma di terapia si concentra sulla modifica di schemi di pensiero disfunzionali e comportamenti distruttivi. Nell’ambito della CBT per lo skin picking, il terapeuta lavora con il paziente per identificare e comprendere i pensieri automatici negativi associati al comportamento, cercando di modificarli attraverso tecniche come la ristrutturazione cognitiva. Inoltre, la CBT mira a sviluppare alternative comportamentali più adattive e strategie di coping per affrontare lo stress e l’ansia senza ricorrere allo skin picking.
Nell’ambito della CBT, può essere utilizzata la tecnica di esposizione con prevenzione della risposta (ERP). L’obiettivo è esporre gradualmente il paziente alle situazioni che scatenano l’impulso di grattarsi e insegnare a resistere alla risposta compulsiva. Questa esposizione graduale aiuta a ridurre la reattività emotiva e a diminuire l’urgenza di mettere in atto il comportamento disfunzionale.
Anche la Mindfulness rsppresenta un approccio che si è dimostrato efficace per ridurre il comportamento dello skin picking.
La mindfulness insegna ai pazienti a prestare attenzione al momento presente senza giudizio. Questo può contribuire ad aumentare la consapevolezza degli impulsi, ridurre la reattività emotiva e promuovere una maggiore autoregolazione.
Un altro approccio terapeutico può essere quello della Terapia Dialectico-Comportamentale (DBT).
La DBT è stata sviluppata originariamente per trattare il disturbo borderline di personalità, ma ha dimostrato efficacia anche per il disturbo da escoriazione. Integra strategie di mindfulness con tecniche di regolazione emotiva, insegnando ai pazienti a tollerare l’ansia senza ricorrere a comportamenti distruttivi.
Infine, in alcuni casi, può essere considerato anche l’uso di farmaci, soprattutto se lo skin picking è associato a disturbi psichiatrici concomitanti, come il disturbo ossessivo-compulsivo. Gli psicofarmaci, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), possono essere prescritti in combinazione con l’intervento psicologico.
Articolo a cura della dott.ssa Michela Pagani psicologa e psicoterapeuta presso la sedi di Saronno