“Ma scusa, provai a dirle, in cosa credi che consista il tradimento?
Nell’andare a letto con qualcuno, o nella possibilità di
distruggere, andandoci, la felicità di qualcun altro?
Non è mai il fatto nudo e crudo,
sono le conseguenze che avrebbe se si venisse a sapere:
l’atto in sé è insignificante”
FOLLIA – McGrath
Quando in ambito sentimentale si parla di “tradimento” solitamente, in ciascuno, si risvegliano echi di vissuti, si rispolverano opinioni e convinzioni, si elicitano emozioni.
È un argomento che colpisce più o meno direttamente ciascuno, che vede lo scontrarsi di posizioni e punti di vista differenti, spesso anche all’interno della stessa persona.
Normalmente si cerca di comprendere la portata del fenomeno:
- Quante sono le coppie in cui si compie il “misfatto”?
- Qual è l’impatto a livello sociale?
- Sono più gli uomini o le donne a tradire?Avere delle risposte, dei dati numerici e oggettivi alla mano ci dà l’illusione di poter comprendere e controllare meglio il fenomeno, di poterci sentire più (o meno!) al sicuro, ci permette di percepire che altri intorno a noi stanno affrontano la stessa situazione, di sentirci quindi meno isolati nel nostro cruccio.
- Eppure è davvero difficile fornire delle percentuali sull’infedeltà, se non si definisce in primo luogo cosa si intenda con “tradimento”.
In che cosa consiste il tradimento?
Solitamente quando parliamo di tradimento pensiamo ad un rapporto sessuale con una persona diversa dal proprio partner.
Eppure se ci soffermiamo un po’ di più sul fenomeno, se andiamo a grattare la superficie, ci rendiamo facilmente conto di come non sia così facile definire un tradimento; inoltre, la società moderna non ci aiuta per nulla!
Computer, smartphone… offrono innumerevoli possibilità, abbattono confini, creano scenari diversi e, inevitabilmente, ci spingono a porci domande nuove:
Evitare di disinstallare un’app per incontri online e utilizzarla saltuariamente per conoscere nuove persone può essere considerato tradimento?
Un rapporto di profonda comprensione e dialogo con una persona, basato su confidenze, condivisioni e caratterizzato da una profonda intimità emotiva può ledere la relazione primaria con il proprio partner?
Scambiarsi messaggi allusivi con colleghi o conoscenti è definibile come infedeltà?
Potremmo andare avanti molto ad interrogarci sui confini del tradimento, ma quanto più cerchiamo di definirli in modo univoco, tanto più essi ci appaiano fluidi, meno inequivocabili, irriducibili a dei semplicistici concetti come “bene/male”, “giusto/sbagliato”.
È evidente come non esista una definizione univoca dell’infedeltà.
Allora quando si può parlare di infedeltà?
Ad ogni coppia spetta il compito di stilare il proprio patto, definire i ruoli e negoziare le regole del rapporto.
Non si tratta di un contratto, ma di costruire insieme il significato condiviso dell’essere in relazione; significa mettere le basi per nutrire e far crescere il rapporto, creare una base solida che permetta di fidarsi e affidarsi all’altro.
Del resto la fiducia è un elemento fondamentale di una relazione amorosa, in quanto con il partner sviluppiamo un legame di attaccamento. Il legame di attaccamento prevede l’instaurazione di un rapporto privilegiato ed esclusivo con un altro significativo (Bowlby, 1989). Il partner diventa la base sicura a cui rivolgersi, la persona dalla quale ci aspettiamo amore, calore, protezione. A nostra volta, per l’attivazione complementare del sistema motivazionale dell’accudimento (una sorta di modulo innato e biologicamente determinato che orienta i nostri comportamenti), siamo portati a prenderci cura del partner.
Ecco che, da questa prospettiva, potremmo definire l’infedeltà come un tradimento della fiducia reciproca.
Non esistono regole universali su cosa possa o non possa essere definito tradimento, ogni coppia possiede un proprio bagaglio di valori, idee, confini; ma quello che è certo è che ogni comportamento che viola le premesse condivise è un tradimento per quella specifica coppia.
L’infedeltà non ha quindi tanto a che fare con natura dell’atto di per sé, ma piuttosto con il significato che quell’atto assume per i due partner in relazione agli accordi della coppia stessa.
Secondo Esther Perel (2018), tuttavia, ogni tradimento ha a che fare con uno o più dei seguenti aspetti:
- Segretezza. Il tradimento viene nascosto, taciuto, nella speranza che non venga mai svelato
- Alchimia sessuale. L’infedeltà può avere a che fare con la carica erotica, il desiderio
- Coinvolgimento emotivo. Sempre più spesso si sente parlare di “avventure emotive”, ovvero di relazioni basate sulla condivisione di confidenze, sentimenti, vicinanza affettiva
Perel, a supporto dell’affermazione secondo cui l’infedeltà può essere definita solo all’interno del singolo rapporto e del patto di coppia, nota come per minimizzare l’accaduto certe persone lo riducano al semplice incontro sessuale (“Era solo sesso, non significava nulla per me!”); altre, per contro, enfatizzino come fosse solo un legame di natura emotiva (“Non è successo nulla!”)
La scoperta del tradimento: le emozioni in gioco
Quando la relazione clandestina, di qualsiasi natura sia, viene alla luce, all’interno della storia di coppia si crea inevitabilmente una frattura. Il tradimento rappresenta, infatti, un evento incoerente con la narrazione del rapporto sentimentale. È un comportamento in aperto contrasto con le aspettative su come si sarebbe dovuto comportare il partner.
La scoperta del tradimento rappresenta un evento stressante, potenzialmente traumatico. L’infedeltà sgretola la fiducia, delude le aspettative. Sono molte le emozioni e i vissuti che entrano in gioco in modo virulento in entrambi i partner: vergogna, umiliazione, rabbia, disperazione, tristezza, gelosia, risentimento, senso di colpa…
Il tradimento come potenziale trauma
Per comprendere appieno la portata del tradimento, è necessario considerare come esso metta in crisi la coppia e l’individuo su piani differenti:
- La scoperta dell’infedeltà di uno dei due partner sgretola i progetti di coppia, le speranze circa il futuro
-
Il tradimento è un attacco a come l’individuo percepisce se stesso e il suo valore:
mentre il partner tradito potrebbe sentirsi privato del suo status di “persona speciale” agli occhi dell’altro, percependosi come indegno d’amore; chi tradisce si scontra con l’immagine di sé rimandata dalla sofferenza dell’altro, tale immagine va integrata alla pre-esistente visione di sé e ai propri valori. Ciò significa che se mi sono sempre creduto incapace di generare dolore nel partner, avrò bisogno di elaborare un’immagine di me più complessa e completa, che includa anche quegli aspetti prima rifiutati e magari per me poco accettabili. - L’infedeltà getta ombre e dubbi sul passato, mettendo a repentaglio la narrazione di coppia:
“Era davvero una trasferta di lavoro quella che feci 5 mesi fa?”,
“Quando abbiamo festeggiato l’anniversario c’era già lui/lei?”,
“Gli/le scrivevi mentre eravamo in vacanza assieme? Quando accadeva?”
Il partner tradito si sente derubato della propria storia, ha la sensazione che nulla sia più come se lo ricordava, è come se vi fosse una narrazione parallela rispetto alla sua memoria.
Il passato è ciò che ci permette di fare previsioni future e regolare i nostri comportamenti, se esso è in dubbio l’intero senso di sé e del mondo vacilla.
Elaborare il vissuto dell’infedeltà
Chi è stato tradito si trova alle prese con il difficile compito di superare la vergogna e l’umiliazione, ricostruendo la propria autostima, messa a dura prova dalla fiducia tradita. In questo processo è essenziale che la persona cominci progressivamente a distinguere tra il modo in cui il partner l’ha fatta sentire (non amabile, priva di valore, insignificante, trascurabile…) e la sua importanza come essere umano.
Il modo in cui ci hanno ferito non dice nulla sul nostro valore, non determina il nostro essere, ecco questo è un messaggio importante, che pian piano va interiorizzato.
È così possibile far spazio anche a quei vissuti sani, che inizialmente risultano difficilmente accessibili, poiché in contrasto con lo stato interno di chi ha subito il tradimento: la sensazione di essere stati anche apprezzati, accolti, valorizzati, amati.
Attraverso l’espressione del proprio dolore e la sintonizzazione con le proprie parti sane, con le proprie potenzialità e possibilità, è possibile accogliere il proprio dolore senza venirne annientati.
Al contempo, anche il partner che ha tradito ha il bisogno di ridefinire l’immagine di sé, integrando ciò che è successo all’interno della sua narrazione personale. Ha, inoltre, la necessità di esplorare il significato della relazione extra-coniugale, quale fosse lo scopo, cosa cercasse in quel rapporto.
Ecco che, a poco a poco, i partner si trovano a significare quanto accaduto, creare una cornice, individuare le motivazioni alla base del tradimento, identificando il ruolo che ciascuno ha svolto. Solo dopo questa fase, per ognuno di essi sarà possibile valutare cosa vi è nel loro futuro.
Qualsiasi sia la scelta, rimanere assieme o la separazione, ciascuno ha il diritto di fare pace con quanto accaduto e perdonare. Con perdono non si intende il dimenticare o ignorare l’evento doloroso, bensì il significare quanto accaduto, considerare l’altro come un essere umano fallibile, comprenderlo (che non significa giustificarlo!), al fine di lasciar andare le emozioni soverchianti legate al tradimento e scegliere lucidamente.
A volte l’intensità e la pervasività dei vissuti legati all’infedeltà minano così profondamente le credenze su di sé e sugli altri, che potrebbe essere utile cercare aiuto nella psicoterapia, individuale o di coppia. Nel corso della terapia è possibile esplorare le proprie reazioni, il proprio mondo interiore, al fine di elaborare la sofferenza ed arrivare ad una scelta personale autentica.
BIBLIOGRAFIA:
- Bowlby, J. (1989). Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento. Milano: Raffaello Cortina Editore.
- Perel Esther (2018). Così fan tutti. Ripensare l’infedeltà. Milano: Solferino Editore